Si infiamma la battaglia delle banane. Il consiglio di amministrazione di Chiquita, il colosso americano che ha costruito un brand conosciuto in tutto il mondo, ieri sera ha infatti respinto l’offerta di acquisizione brasiliana valutata intorno a 1,25 miliardi di dollari. In una lettera inviata ai gruppi Safra e Cutrale Chiquita afferma di voler invece procedere con il piano, siglato in marzo, per una fusione con l’irlandese Fyffes.
La reazione dei brasiliani non si è fatta attendere. Non hanno alcuna intenzione di recedere e hanno subito annunciato che metteranno in atto “tutte le soluzioni alternative” per convincere gli azionisti di Chiquita a spingere il board del gruppo a rivedere la posizione sulla loro proposta. Mentre il management dell’azienda ritiene che l’offerta non garantisca a sufficienza gli azionisti.
Secondo gli analisti Chiquita intende procedere con la fusione anche per motivi fiscali. I brasiliani hanno offerto 610,5 milioni di dollari cash e si accollerebbero i debiti: la fusione con la più piccola Fyffes (la piu’ antica società di frutta al mondo specializzata in prodotti tropicali) ritenuta poco entusiasmante dagli azionisti, consentirebbe a Chiquita un bel risparmio di tasse grazie allo spostamento della sede legale sul più tax-friendly suolo irlandese.
La battaglia non sarà breve, visto che i manager di Chiquita devono fronteggiare due veri colossi. Joseph Safra, a cui fa capo l’omonima società d’investimento, è il secondo uomo più ricco del Brasile, mentre Cutrale è il maggior produttore di succhi d’arancio: un bicchiere su tre di succo bevuto al mondo arriva dai suoi stabilimenti.
Dopo la loro proposta di acquisizione di lunedì scorso le azioni di Chiquita hanno continuato a salire perché gli analisti ritengono che saranno costretti ad alzare l’offerta, dagli attuali 13 dollari per azione.
© Riproduzione riservata