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Spritz da primato, ma i cocktail scoprono le spezie

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Mestieri del cibo

Spritz da primato, ma i cocktail scoprono le spezie

Londra e New York comandano e facilmente comanderanno sempre. Ma oggi si fa tendenza nei cocktail a Sydney come ad Amsterdam, a Tel Aviv come a Hong Kong. E’ il bello della modern mixology che non ha più confini: sono stati rotti gli argini che confinavano nel classico e ora si presenta un futuro senza limiti.

2014 nel segno dello Spritz

Grazie ai viaggi più frequenti e al più veloce scambio di notizie, la possibilità di provare nuove tecniche e nuovi ingredienti è diventata senza limiti. Senza scordare che le variabili e l’estro dei migliori bartender sono determinanti. Nel 2014, il cocktail favorito dal pubblico è stato sicuramente lo Spritz, con tutte le diverse proposte, che probabilmente non perderà la sua importanza. Poi è proseguita la ricerca della tradizione, della genuinità come nel caso dei vermouth italiani. «Invece, nel mondo del cocktail bar di lusso il Martinez e il Sazerac sono cresciuti in maniera esponenziale – racconta Dario Comini, “anima” del Nottingham Forest di Milano – sentiremo ancora parlare di zenzero in tutte le sue varianti, come la Galanga, sapore molto gradito dagli italiani».

Si diceva di Londra: nessun dubbio che tutti i barman del mondo al momento guardano verso Londra dove tra l’altro gli italiani spesso dettano le linee guida.
Ma in un futuro non molto lontano la Cina si farà sentire.
E proprio dalla capitale inglese, fa sentire la sua voce Agostino Perrone del The Connaught, altro grande esperto del settore. «La mixology è un veicolo per esplorare i segreti delle culture, dalle più remote alle più vicine, ingredienti e metodi di lavorazione. Il tutto è trasformato in un cocktail con una storia per coinvolgere il cliente. Ci sono sempre tante novità da scoprire nel settore: la ricerca e il viaggio sono alla base di tutto».

In ogni caso, possiamo essere orgogliosi: l’Italia è una nazione che sta dando molto alla mixology.
Questo grazie a realtà come il Fresco Cocktail Shop di Como, il già Nottingham Forest per la sperimentazione e il Jerry Thomas Speakeasy di Roma per la ricerca di spirits storici e originali. Grazie a portali come Bartender.it e agli eventi a tema organizzati, la comunità nazionale sta sicuramente riscoprendo una sicurezza sulle proprie potenzialità.

Ma quest’anno cosa si sta bevendo? «Il 2015 sarà la stagione degli homemade e del molecolare – risponde Luca Picchi, bartender del Café Rivoire di Firenze – anche se poi alla fine il cliente non sempre è così preparato sul tema. Ci sono più curiosi che competenti. In definitiva, dipende dalla città, dipende da chi hai davanti». Sagge parole.

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