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Testo unico e registri online: così il Governo spinge la competitività del vino italiano

Oltre al decreto sulla promozione nelle giornate del Vinitaly di Verona saranno presentati anche altri due provvedimenti importanti per rafforzare, mediante lo snellimento burocratico, la competitività del vino italiano. Si tratta di due misure: il Testo Unico della Vite e del Vino che sarà tra l’altro presentato proprio a Verona e quella che è nota come la smaterializzazione dei registri vitivinicoli, che sta vivendo proprio in questi giorni la propria fase sperimentale visto che è partita lo scorso 1 aprile e durerà fino al 29 giugno per lasciare poi il posto alla fase applicativa vera e propria.

Per quanto riguarda il Testo Unico il lavoro svolto fin qui prevede una riorganizzazione di tutto il comparto vitivinicolo e delle norme di riferimento in più comparti con in più la revisione di controlli e sanzioni. Capitolo quest’ultimo che era stato lasciato in sospeso dalla legge 61/2010.
Sotto quest’ultimo aspetto le novità più importanti riguardano gli istituti del “ravvedimento operoso” e della “diffida” che consentiranno, ad esempio per irregolarità di minor rilievo, di arrivare a una soluzione senza percorrere l’intero tragitto fino alla sanzione.
Altro aspetto cardine del Testo unico, che non è certo rimanga nella stesura finale, riguarda la revisione dei sistemi di certificazione dei vini Dop e Igp con l’introduzione di verifiche effettuate sulla base dell’analisi del rischio. Una procedura che potrebbe consentire di migliorare l’efficacia ed efficienza degli stessi controlli senza pregiudicarne la qualità complessiva.

La rivoluzione dei registri online

L’altra partita chiave sul fronte della lotta alla burocrazia è poi la dematerializzazione dei registri prevista dal decreto noto come «Campo libero». Il progetto punta a registrare online tutte le movimentazioni delle uve e del vino (attualmente gestite con i modelli MVV), oltre a tutte le operazioni effettuate in cantina (dagli arricchimenti agli imbottigliamenti) per arrivare a costruire in primo luogo una grande banca dati. Un tale strumento infatti consentirebbe al ministero per le Politiche agricole di avere un dato univoco sulla produzione (mettendo fine ai balletti di cifre registrati negli scorsi anni) entro un mese dalla chiusura delle operazioni di raccolta. Le aziende potranno connettersi rete attraverso due modalità: o mediante il Sian oppure dotandosi di un software che dialoghi col sistema Sian. Specifiche deroghe verranno previste per i piccoli produttori (ovvero quelli che realizzano meno di mille ettolitri l’anno, pari a circa 130mila bottiglie) o coloro che operano esclusivamente in regime di vendite dirette. «Siamo convinti – hanno spiegato all’Ispettorato repressione frodi che coordina il progetto – che entro un anno dall’avvio della fase ufficiale riusciremo a dimezzare il tempo dedicato ogni anno dai produttori vitivinicoli al disbrigo delle pratiche burocratiche».

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