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Tre millesimi speciali (1961) e un lotto di 12 magnum per l'Asta…

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Vino

Tre millesimi speciali (1961) e un lotto di 12 magnum per l'Asta del Barolo

Tre bottiglie dell’annata ‘61 sono il pezzo forte dell’Asta internazionale del Barolo che, giunta alla XV edizione  andrà in scena nella cornice del Castello di Barolo (Cuneo) la prossima domenica 11 maggio. L’Asta è organizzata dall’Accademia del Barolo, associazione che riunisce 12 famiglie di produttori storici (Azelia, Cordero di Montezemolo, Damilano, Franco M. Martinetti, Luciano Sandrone, Michele Chiarlo, Paolo Scavino, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Pio Cesare, Prunotto e Vietti), sui 350 complessivi che realizzano la famosa Docg piemontese.

Il gruppo Accademia del Barolo

Nel corso dell’intero weekend dedicato all’etichetta simbolo del vino made in Italy si accenderanno anche i riflettori sull’annata 2010 che sarà possibile degustare in anteprima.

Saranno 25 i lotti per l’asta internazionale

Saranno 25 i lotti mesi all’asta (cui parteciperanno anche collegati dall’estero buyers, appassionati e collezionisti riuniti nelle sedi di Dubai, Hong Kong e Singapore) che oltre alle tre bottiglie di oltre mezzo secolo fa batterà anche il “lotto istituzionale” che riunisce 12 magnum di Barolo, una per ciascuna delle dodici aziende dell’Accademia del Barolo. L’intero ricavato dell’iniziativa sarà devoluto in beneficenza.

Una grande griffe da un microterritorio

Il Barolo, prodotto dal principe dei vitigni piemontesi – l’uvaggio è 100% Nebbiolo, nome che viene dalla vendemmia tardiva che ha il suo clou nel mese di ottobre quando in Piemonte già cominciano le prime nebbie – è insieme all’Amarone e al Brunello di Montalcino la più famosa Docg italiana. È prodotto 350 famiglie residenti in 11 comuni fra le provincie di Cuneo e Alba. La zona di produzione comprende l’intero territorio comunale di Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba e parte dei comuni di Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Verduno. Il Barolo è classificato con la Denominazione d’origine controllata e garantita (DOCG) dal 1980 e il suo disciplinare di produzione prevede che prima di essere immesso in commercio maturi almeno 3 anni di cui almeno 2 in botti di legno di castagno o di rovere. Discorso a parte invece per il Barolo Riserva che deve maturare per un periodo minimo di almeno 5 anni.

E l’Asta del Barolo finisce sul grande schermo

E che il Barolo sia una vera e propria star (osannata all’estero dove è viene realizzato oltre il 90% del fatturato) è confermato anche dal fatto che nel corso del weekend saranno girate alcune scene del wine movie “The Duel of Wine” di Charlie Artuarola considerato uno dei migliori 10 esperti dell’American Sommelier Association.

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