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Truffa del Brunello: primi chiarimenti sull'identità…

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Vino

Truffa del Brunello: primi chiarimenti sull'identità dell'indagato

L’enologo Michele Lorenzetti non ha alcun legame con lo scandalo che ha coinvolto nei giorni scorsi il Brunello di Montalcino. La smentita all’ipotesi circolata nei giorni scorsi fra gli addetti ai lavori e ripresa da Food24 è venuta dallo stesso enologo biodinamico. «Non ho alcun legame con la vicenda – spiega Michele Lorenzetti a Food24 – e mi spiace essere stato accostato con leggerezza, a un’inchiesta nella quale non ho alcun tipo di coinvolgimento».

Un nuovo scandalo sventato grazie ai controlli

La chiave dell’azione della magistratura di Guardia di Finanza e Icq con la quale sono stati sequestrati oltre 160mila litri di vino (che avrebbero potuto portare alla commercializzazione di 220mila bottiglie per un controvalore stimato il un milione di euro) è nel sistema dei controlli. «Come anche nelle nuove regole che recentemente si è data la denominazione del Brunello – ha ricordato il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci –: nello scorso luglio l’Assemblea ha approvato l’inserimento di un nuovo articolo nel disciplinare che introduce il controllo preventivo sulle vendite di uva e vino sfuso. I produttori dovranno comunicare le vendite con un preavviso di 48 ore, facilitando così ulteriormente il lavoro degli organi preposti al controllo».

Anomale movimentazioni di vino sfuso

E dalle verifiche incrociate effettuate in campo dall’ente di certificazione Valoritalia e dallo stesso Consorzio di tutela sono emerse proprio le anomalie nelle movimentazione di ingenti quantitativi di vino sfuso. Anomalie che neanche le false dichiarazioni rese dall’indagato al sito di Artea (l’organismo pagatore regionale) sono riuscite a mascherare. Importanti quantitativi di vino rosso acquistato in nero che attraverso false certificazioni (sono stati rinvenuti 2.350 contrassegni di Stato contraffatti) si preparava a essere trasformato in Brunello e Rosso di Montalcino Da qui le segnalazioni alla Procura e l’avvio delle indagini che hanno portato ai provvedimenti dei giorni scorsi.

Soddisfatte Valoritalia e Federdoc

La felice riuscita di questa operazione – ha commentato il presidente di Valoritalia, Francesco Liantonio – dimostra quanto sia elevata la soglia di attenzione sui prodotti agroalimentari di qualità, e avvalora l’importanza di un’azione di tipo sinergico da parte degli enti e degli organismi preposti al controllo e alla vigilanza, a tutela tanto dei produttori quanto dei consumatori». «Il sistema dei controlli – conclude il presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro – fortemente voluto dai Consorzi di tutela, ha dimostrato ancora una volta di essere in grado di evidenziare ogni anomalia, permettendo l’intervento delle forze di polizia per stroncare ogni abuso ai danni del nostro patrimonio vitivinicolo».

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