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Una cava, il giardino ipogeo e sapori tenaci di Sicilia: benvenuti a…

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Una cava, il giardino ipogeo e sapori tenaci di Sicilia: benvenuti a Favignana

  • –di food24

Tutto intorno le pareti alte e dritte di calcarenite. Punteggiate qua e là dai ciuffi pendenti delle piante di cappero. Un enorme giardino ipogeo, prezioso e segreto, riparato dalla vista di curiosi e villeggianti. Nel cuore di Favignana, la regina delle Egadi che ha dipanato la sua storia lungo due percorsi, entrambi impregnati di umanità. La lotta degli uomini della mattanza nel mare rosso sangue della tonnara e la fatica dei tagliatori nella cave di calcarenite, già attive ai tempi dei romani.

Oggi la tonnara è chiusa – ma l’ex- stabilimento Florio è stato trasformato in prezioso museo di archeologia marinara – e le cave ormai esauste. Dentro all’enorme bocca di una di queste è stato creato un albergo, il Cave Bianche, 39 stanze che si affacciano sui giardini ipogei. Un buen retiro lontano dai clamori del porto e del paese dove fare solo rapide incursioni a caccia di un buon tarantello (nella bottega del tonno di Tammaro) o di una granita con panna come si deve (quella di Uccio).

Per assaggiare una gustosa cucina del territorio non serve spostarsi. Il ristorante dell’albergo ha ricondotto il suo menù sui sapori e sui colori dell’isola: sotto i teli bianchi che riparano dal sole cocente o la sera, rimanendo catturati dai riflessi rosa della cava al tramonto, si gustano spaghetti alla bottarga, busiate al pesto trapanese, polpo croccante o la più classica delle parmigiane di melanzane. Come dice lo chef Giuseppe Carpinteri “piatti istintivi, tenacemente siciliani”.

Un boccone di Sicilia da assaporare con più gusto se la giornata era stata spesa in barca con Rocco alla scoperta delle cale e delle grotte più secluse dell’isola.

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