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Viaggio tra gli autoctoni della Riviera di Ponente

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Andar per vini

Viaggio tra gli autoctoni della Riviera di Ponente

A distanza di quasi 2 anni, torno ad occuparmi della Riviera di Ponente, quella parte di costa che va dai quartieri occidentali di Genova fino al confine con la Francia.
Le vigne sono sia a picco sul mare che più all’interno, spesso su terrazzamenti con muretti a secco simili a quelli valtellinesi. Molti sono i vitigni autoctoni che vengono coltivati in questo territorio, non solo a bacca bianca ma anche a bacca rossa.
Mi sono concentrato sulla zona d’Imperia, ed in particolare su 2 vitigni, il Pigato e l’Ormeasco.

Il Pigato è un vitigno a bacca bianca, parente del Vermentino e della Malvasia. Il nome deriva dal termine dialettale ”pigau”, in italiano “macchia”, per identificare la macchiolina color ruggine presente sugli acini maturi. Sembra essere presente nella regione dalla fine del 1600, molti ne fanno risalire l’origine alla Grecia, più precisamente alla Tessaglia.

L’Ormeasco è un vitigno a bacca rossa, coltivato esclusivamente in provincia d’Imperia. Il vino Ormeasco ha ottenuto nel 2003 il riconoscimento di una propria D.O.C. La superficie vitata è minima, intorno ai 40 ettari. E’ il fratello gemello del dolcetto, tanto da essere da molti chiamato “dolcetto di montagna”, poichè si coltiva fino a 700-800 metri.
Si pensa sia stato portato dai saraceni, insediatisi nella zona. Nel 1303 i Signori di Pornassio, apprezzandone moltissimo il vino, ne imponevano la coltivazione su tutto il territorio da loro governato.

Di seguito presento 2 cantine che si dedicano in esclusiva a questi vitigni. VisAmoris al Pigato e Guglierame all’Ormeasco.

VisAmoris – Imperia
Nel 2004 Rossana Zappa e Roberto Tozzi iniziano la loro avventura nel mondo del vino: partono da un piccolo vigneto di Pigato e realizzano le loro prime 2.000 bottiglie. Storia personale, ed amore per la Liguria, per entrambi produrre vino è il coronamento di un sogno, che si affianca alle loro normali attività professionali. Il progetto cresce, nasce la nuova cantina nel 2008, gli ettari vitati arrivano a 3,5 e le bottiglie diventano 25.000, divise su 6 etichette diverse, tutte esclusivamente a base di Pigato.
Un enologo molto noto, Giuliano Noè, e l’esperto agronomo Piero Roseo, li accompagnano in questo percorso di crescita, che li porta a realizzare il primo spumante, Metodo Classico Millesimato 2009, di sole uve pigato. L’obiettivo è di esplorare tutte le potenzialità di questo vitigno, tradizionalmente usato in modo prevalente per produrre vini da consumarsi in gioventù, ma in realtà adatto non solo alle bollicine, ma anche ai passiti ed ai vini d’invecchiamento. Nonostante la loro storia personale cambi indirizzo, Rossana e Roberto in cantina sono un tutt’uno, ottenendo diversi riconoscimenti per i loro vini e portando l’azienda proprio quest’anno alla certificazione biologica.
Ho voluto assaggiare il loro Metodo Classico.

Brut Metodo Classico Millesimato 2011
Ottenuto esclusivamente da uve Pigato, vendemmiate a fine agosto, con 15 giorni di anticipo, per ottenere una maggiore acidità. Si utilizza solo il mosto fiore, vinificazione per metà in acciaio e per metà in legno. Fermentazione in bottiglia, con almeno 24 mesi di permanenza sui lieviti. Tenore alcolico del 12 %, la produzione è stata di 4.500 bottiglie. Piacevole e cristallino nel suo colore giallo paglierino, solcato da un perlage fine e persistente.
Profumi intensi e molto variegati, dalla crosta di pane ai fiori bianchi di campo. Notevole il frutto fresco: pesca, albicocca e mela, da non dimenticare la menta e le spezie, come la vaniglia ed un accenno di pepe bianco. Nel finale anche la salvia.
In bocca l’ingresso della bolla è cremoso, è fresco e sapido, di buona persistenza.

Prezzo in enoteca: 25-29 Euro

Guglierame – Pornassio (IM)
L’Azienda Vitivinicola Eredi Ing N. Guglierame si trova nel comune di Pornassio, situato a circa 30 km da Imperia e 35 da Albenga.
I conduttori sono i due fratelli Raffaele ed Agostino, entrambi in pensione, figli di Nicola. L’azienda è sita in un castello duecentesco, distrutto e ricostruito, credo dopo il 1400. La famiglia Guglierame ha documenti che attestano la vendita del proprio vino già nel 1860.
Dal 1958 si produce solo vino in bottiglia. Parliamo di 2,5 ettari di vigna, tutti di Ormeasco, vitigno autoctono a bacca rossa. La produzione totale è di 15.000 bottiglie, divise tra 3 tipologie.
Seguire la vigna è stato ed è un vero e proprio hobby di famiglia, che negli anni ha visto coinvolti tutti i suoi membri, costituendo anche un piccolo esempio di controtendenza allo spopolamento della montagna e all’abbandono del territorio, tanto da meritarsi nel 1958 un premio dal Ministero delle Risorse Agricole e Forestali e, molti anni dopo, nel 1997, l’assegnazione del Premio Internazionale “Cangrande della Scala” di Verona a Raffaele ed Agostino.
Ho assaggiato il Pornassio Superiore.

Pornassio Superiore 2012 Ormeasco di Pornassio DOC
Ormeasco in purezza, le cui uve provengono da vigneti a 600 metri s.l.m. La produzione è di 4.500 bottiglie, con un tenore alcolico del 14 %. Vinificato prima ed affinato poi in botti di rovere di media capacità (circa 25 hl) per almeno 12 mesi, riposa altri 6 mesi in bottiglia prima della messa in vendita. Vino fermo, di colore rosso rubino che inizia a spostarsi verso il granato, al naso è intenso ed elegante, con profumi floreali, viola, fruttati, ribes e prugna, speziati, pepe nero e vaniglia. Gradevoli e delicate le note erbacee e minerali, con un lieve sentore tostato finale.
In bocca è caldo, morbido, di buon equilibrio, delicato nei tannini, leggermente sapido ed amarognolo. Piacevole il retrogusto finale.

Prezzo in enoteca: 15 Euro

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Per info: http://www.italiadelvino.com/news.asp?id_news=1055

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