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Due chicche Trento Doc e il nuovo miglior sommelier d’Italia

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Andar per vini

Due chicche Trento Doc e il nuovo miglior sommelier d’Italia

“Quando il vino è poesia della terra”, questo il titolo del 50° congresso dell'Associazione Italiana Sommelier (AIS) tenutosi nei giorni scorsi a Trento, già sede del congresso nel 1971. La relazione del presidente Antonello Maietta racconta numeri e programmi: superati i 35mila iscritti, in forte aumento anche la partecipazione ai corsi, con grande adesione della fascia under 30.

Molte le degustazioni tenutesi nell'ambito del congresso: particolarmente riuscita, anche per la splendida cornice, il MUSE, il Museo delle Scienze di Trento progettato da Renzo Piano, quella dedicata alle 45 case spumantistiche trentine, con oltre 120 etichette ai banchi d'assaggio. Di grande rilevanza il convegno “La Viticultura Biodinamica, esperienze a confronto e possibilità future”, con la partecipazione di Elisabetta Foradori, Nicolas Joly per Château de la Roche aux Moines, Alessandro Ceretto, Helmuth Zozin di Manincor ed Enzo Mescalchin della Fondazione Edmund Mach, moderati dal giornalista e scrittore Samuel Cogliati.

Il Premio Surgiva 2016, giunto alla quarta edizione, è stato attribuito alla delegazione di Bari dell'Associazione Italiana Sommelier, distintasi per la varietà delle attività presentate, che spaziano dal sociale, allo scientifico fino all'artistico.
Come sempre il momento più atteso del congresso è stato il Concorso Miglior Sommelier d'Italia, a cui ho avuto l'onore di partecipare in qualità di giurato: il vincitore della finale a tre è risultato essere Maurizio Filippi, della delegazione umbra, tra i favoriti della vigilia dopo il terzo posto ottenuto lo scorso anno. Voglio segnalare anche il concorrente terzo classificato, Carlo Pagano di Isernia, il meno esperto di concorsi tra i tre, di cui penso sentiremo parlare molto in futuro.

Il premio Trento DOC

Maurizio Filippi è il primo a vedersi attribuito dall'Istituto Trento DOC, a nome delle 45 case spumantistiche trentine, il Premio Trentodoc, che per 3 anni andrà proprio al vincitore del Concorso Miglior Sommelier d'Italia.
In coincidenza con il Congresso vi è stata anche l'apertura della 12° edizione di “Trentodoc Bollicine sulla Città”, manifestazione che propone fino al prossimo 11 dicembre un ricco calendario di appuntamenti, degustazioni, incontri dedicati sia agli operatori di settore sia agli appassionati delle bollicine di montagna.
Parliamo quindi del territorio ospitante, Trento ed il Trentino, area in cui le prime testimonianze di produzione di vino risalgono al 3.000 A.C. La qualità dei vini del territorio è ormai acclarata, e molto si deve al lavoro di ricerca e formazione fatto dall'Istituto Agrario di San Michele, oggi Fondazione Mach, fondato il 12 gennaio 1874. Altre date significative dell'enologia del territorio sono il 1984, con la nascita dell'attuale Istituto Trento Doc per tutelare la qualità del metodo di produzione degli spumanti, il 1993 con la nascita della DOC Trento ed il 2007 con la creazione del marchio TrentoDOC che riunisce 45 aziende spumantistiche.
Il Trento DOC è un Metodo Classico di montagna, realizzato grazie a vigneti situati in un'area compresa tra il Lago di Garda e le Dolomiti, con molti microclimi diversi, vigneti che arrivano anche ad 800 metri s.l.m., con grandi escursioni termiche capaci di regalare alle uve profumi variegati ed intensi. Si utilizzano uve Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero e Pinot Meunier. La produzione annua oscilla tra i 7 e gli 8 milioni di bottiglie di spumante Metodo Classico.

Tutto iniziò con Giulio Ferrari

Il padre del Metodo Classico Trentino è senz'altro Giulio Ferrari, (1879-1965), dell'azienda omonima, da lui ceduta nel 1952 a Bruno Lunelli, che produce nel 1902 le sue prime 200 bottiglie, anche se Nereo Pederzolli e Francesco Spagnolli nel loro libro “Trentodoc. Quando la montagna diventa perlage” raccontano di un tal Arminio de Valentini (1848-1896) che aveva iniziato a produrre lo “Champagne Valentini” a Calliano, tra Trento e Rovereto, ottenendo un buon successo sui mercati austriaci.
Le “Bollicine di Montagna”, come io le definisco da anni, e come ribadisce lo slogan dell'Istituto Trento DOC, si caratterizzano nel bicchiere per l'inconfondibile perlage, dalle bollicine fini e persistenti. Sono spumanti freschi e sapidi, floreali e fruttati, dalle molteplici sfumature dovute alla varietà dei terreni.
Tra le 45 aziende presenti alle degustazioni, ce ne sono due di cui non ho mai parlato, ma che mi hanno colpito in modo particolare: Dorigati e Pisoni.
DORIGATI – Mezzocorona (TN)
L'azienda di famiglia, oggi condotta dai cugini Michele e Paolo, è stata fondata nel 1858 dal geometra Luigi Dorigati, a cui è succeduto uno dei suoi 15 figli, Pio, primo membro della famiglia Dorigati a frequentare l'Istituto Agrario di San Michele, fondato nel 1874 da Edmund Mach. Dopo Pio sono stati i figli Giovanni, Remo ed Emilio a partare avanti l'azienda. Il testimone è passato poi a Franco e Carlo, figli di Emilio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Paolo, nel raccontarmi della scomparsa durante la vendemmia 2011 di suo papà Carlo, ci teneva con molto orgoglio a dirmi che da Pio in poi in ogni generazione dei Dorigati almeno una persona ha frequentato l'Istituto Agrario di San Michele. Oggi l'azienda dispone di 10 ettari di vigneti, 5 di proprietà e 5 di proprietà di 6 famiglie che da 2 generazioni conferiscono loro l'uva. La produzione è di circa 100.000 bottiglie, con 10 etichette diverse. L'azienda opera in regime di agricoltura convenzionale e di lotta integrata. Per quanto riguarda la divisione dei compiti, Paolo si occupa della parte agronomica, Michele di quella commerciale, ed insieme curano gli aspetti enologici.
Nella loro produzione vi è un solo metodo classico, il Brut Methius
Trento Brut Riserva Methius 2011 DOC
Progetto nato nel 1986 tra 2 enologi amici, Carlo Dorigati ed Enrico Paternoster, viene prodotto solo nella tipologia Riserva (almeno 36 mesi sui lieviti, in realtà se ne fanno molti di più). Il nome “Methius” è parte di 2 toponimi locali, per accomunare l'origine del prodotto al territorio di nascita. Le origini sono molto antiche: nel 1150 i nomi di due borgate site nella “Piana Rotaliana” erano Methius Coronae (oggi Mezzocorona) e Methius Sancti Petri (oggi Mezzolombardo). Il radicale comune “Methius” deriva dal celtico e latino volgare. E' ottenuto al 60 % con Chardonnay e al 40 % con Pinot Nero. La vinificazione è in legno per una parte dello Chardonnay, 1/3, in acciaio per il resto. Rimane in catasta sui lieviti tra i 55 e i 60 mesi. Gradazione alcolica del 13 %.
Nel bicchiere è giallo paglierino con riflessi dorati, dal perlage raffinato e persistente. Intenso e complesso nei profumi, frutta matura, pasticceria, scorze di agrumi canditi, sa essere fresco e piacevole, elegante e dall'ingresso in bocca cremoso, senza cedere nulla sulla dinamicità. Piacevolmente persistente
Prezzo in enoteca: € 32 - 35
PISONI – Pergolese - Sarche (TN)
La Distilleria e Cantina F.lli Pisoni, fondata nel 1852 da Baldassarre Pisoni, si trova a Pergolese, nella Valle dei Laghi, tra Riva del Garda e Trento, nei pressi del Lago di Toblino. Da 4 generazioni i Pisoni coltivano i vigneti di proprietà, oggi seguendo i principi della biodinamica. La tradizione vitivinicola dei Pisoni è però molto più antica: ai tempi del Concilio di Trento (1545-1563) vi è un certo Carlo Antonio Pisoni, fornitore ufficiale di vini ed acquaviti presso la corte dell'allora Principe Arcivescovo Cardinale Cristoforo Madruzzo.
L'azienda da sempre si è sviluppata sul doppio binario distilleria-cantina: nel 2004 viene inaugurata la nuova distilleria e, con l'occasione, si festeggiano i 150 anni dell'azienda. Oggi la distilleria produce circa 300.000 bottiglie, con una quarantina di tipologie diverse di grappe e distillati. A capo dell'azienda oggi vi sono Elio e Giuliano, figli di Arrigo Pisoni, ed i cugini Andrea e Francesco, figli di Vittorio Pisoni: tutti e quattro prima entrare in azienda hanno conseguito un diploma di laurea e maturato esperienze lavorative e di studio all'estero.
Per quanto riguarda la cantina, la produzione è di 100.000 bottiglie, di cui 40.000 di Trento DOC., a fronte di 12 ettari vitati. La conduzione agronomica è affidata a Stefano Pisoni, altro fratello di Giuliano ed Elio, mentre quella enologica è di Andrea e Marco Pisoni, suo cugino.
Trento Extra Brut Riserva 2007 DOC
Ottenuto da Chardonnay, 85 %, e Pinot Nero, 15 %. La gradazione alcolica è del 12,5 %. Vinificazione in acciaio, resta in catasta sui lieviti per ben 82 mesi.
Nel bicchiere piace fin dal colore, giallo paglierino brillante, raffinato nel suo perlage, che si distingue per finezza e persistenza. I profumi spaziano dalla crosta di pane, con note grigliate, alla mela ed alla frutta esotica. Fresco e minerale, lineare nell'ingresso in bocca, morbido ed elegante, trasmette grande piacevolezza che sembra non finire mai tanta è la sua persistenza.
Prezzo in enoteca: € 38 – 40
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