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Slow Food Italia e Garnell investono sul futuro dell'agroalimentare italiano

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Slow Food Italia e Garnell investono sul futuro dell'agroalimentare italiano

Un fondo di private equity per promuovere la sostenibilità e l'innovazione delle imprese agroalimentari made in Italy. Si chiama Agrifood One, il progetto che ha messo insieme Garnell, gruppo milanese attivo nella finanza d'impresa e Slow Food, l'associazione internazionale no profit che valorizza i prodotti e le tradizioni alimentari locali. Il fondo, che comincerà la sua raccolta di capitali da gennaio, investirà dunque nelle piccole e medie imprese italiane attive nell'agroalimentare, con l'obiettivo di sostenere il settore e favorire l'internazionalizzazione dei prodotti d'eccellenza. “Nel corso della nostra esperienza professionale – ha spiegato Filippo La Scala, amministratore delegato di Garnell - il nostro approccio è molto cambiato: da finanziario è diventato più globale, attento alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, più vicino all'uomo. Un modo nuovo per offrire investimenti meno sensibili alle oscillazioni dei mercati finanziari e obiettivi più ampi: sostenere la crescita dell'economia reale. Stiamo infatti lavorando a indicatori ambientali che possano raccontare, in modo trasparente, i benefici ottenuti dall'investimento nel territorio”. Il settore ha numeri interessanti: un volume d'affari da 274 miliardi di euro, 3,3 milioni di occupati e un peso, in termini di valore, pari al 14% del Pil.
Se, da un lato, nel Paese si assiste all'ingresso di grandi player mondiali a discapito delle piccole medie imprese, dall'altro esistono ancora opportunità di crescita interessanti. Non a caso l'Italia è il primo Paese per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg conferiti dall'Ue e rappresenta, nel mondo, un marchio di indiscutibile qualità. “Trenta, venti anni fa - spiega Roberto Burdese, Presidente onorario di Slow Food Italia – il destino delle imprese italiane agroalimentari, sembrava segnato dall'ingresso delle multinazionali, l'esempio della birra lo racconta molto bene. Oggi invece le opportunità ci sono e vanno raccolte. E come i piccoli produttori di birra hanno trovato nicchie di mercato, mentre i grandi colossi si contendevano il primato mondiale, allo stesso modo l'impresa agroalimentare italiana può ritagliarsi spazi importanti, alla luce della sua tradizione e della sua qualità. Attraverso questo progetto, dunque, avremo la possibilità aiutare aziende virtuose a crescere e migliorare”.

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