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Il Konjac, cibo del futuro senza glutine

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Il Konjac, cibo del futuro senza glutine

La Wagyu non è inedita per i gourmet italiani ma il Konjac sì. La carne più buona del mondo e la radice più pura in assoluto sono state protagoniste di una manifestazione che ha voluto esaltare i due prodotti simbolo della Prefettura giapponese di Gunma con un progetto chiamato “Gunma La Vera – Future Food Lab”. L'idea è stata quella di coinvolgere cinque chef per sviluppando con i due ingredienti cinque piatti originali in carta nei loro rispettivi ristoranti per una settimana: Luca De Santi del Ratanà di Milano, Fabrizio Ferrari del Porticciolo 84 di Lecco, Terry Giacomello dell'Inkiostro di Parma, Andrea Ribaldone dei Due Buoi di Alessandria e Marco Stabile dell'Ora d'Aria di Firenze.
Detto che la Joshu Wagyu ha una texture ricca di venature la rende particolarmente tenera e sapida, il Konjac è una radice che cresce spontaneamente a quote elevate, dove non c'è traccia di inquinamento. A fronte di un apporto calorico quasi nullo, è ricca di fibre e di minerali; è un alimento nutriente in grado di contrastare astenia e affaticamento, gli si attribuiscono anche proprietà antiossidanti. Eclettico e indispensabile nella cucina giapponese, il Konjac suscita sempre maggiori attenzioni al punto da essere definito il “cibo del futuro” per le sue proprietà benefiche, la naturale assenza di glutine e la sua versatilità nelle preparazioni.
Per la cronaca, i cinque piatti inediti pensati dagli chef per interpretare la pregiata carne di Joshu Wagyu (in tre differenti tagli: filetto, controfiletto e reale) e il Konjac sono stati: “Aspic”, calamaro, ostriche, Konjac e verdure (Fabrizio Ferrari); Tagliatella Grana Padano e Joshu Wagyu (Terry Giacomello); Carne cruda di razza Joshu Wagyu con acqua di Grana Padano e radice di Konjac (Andrea Ribaldone); Shabu Shabu alla fiorentina (Marco Stabile) ;Alla radice del dolce (Luca De Santi).

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