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Ancora indecisi per il 31 dicembre? Dal Capodanno “flower power” a Nizza al menù veneziano top secret di Cracco

In alto i calici per questo Capodanno 2017, più lungo di un secondo. Ad allungare i tempi del countdown è il “secondo intercalare” stabilito dall'International Earth Rotation and Reference System Service: consente agli orologi atomici di risincronizzarsi con la rotazione terrestre. Un secondo in più utile anche ai gourmet, alle prese con il cenone di San Silvestro, divisi tra tradizione e cucina contemporanea, mare e montagna, ristorante stellato, agriturismo e homerestaurant.

Capodanno “flower power” a Nizza, top secret il menù veneziano di Cracco
Se a Nizza il 31 dicembre è in stile “flower power” con brindisi e merenda in spiaggia (tapenade, anchoyade, fougasse - tipica focaccia locale - e bollicine) e a Innsbruck si consuma nel centro storico tra vin brulè, spuntini e giri di valzer, a Venezia, nella Torre Porta Nuova dell'Arsenale, lo chef Carlo Cracco lascia tutti appesi a un filo. Almeno quelli che hanno prenotato un posto a tavola tra i 60 disponibili a 1500 euro. Domani sera gli ospiti arriveranno a destinazione in motoscafo. Ma cosa troveranno nel piatto? Datteri, puntarelle, alici marinate e burro di olio? Salmone e fois gras? Ravioli di musetto Lovison con mostrarda di verdure? Riso al pepe di Sichuan, zenzero e acciughe? Midollo alla plancia con fave e cioccolato al posto del solito cotechino? Il menù è top secret fino alle 20. Si sa però che al cenone stellato è abbinato lo show act di Nu'Art, compagnia specializzata in cene-spettacolo. Propone nel mondo strabilianti dinner show con artisti internazionali (performer e danzatori) e scenografie di grande atmosfera.

“A Capodanno, cucinate!”, raccomanda Cristina Bowerman
Mentre a Budapest si cena in battello sul Danubio (involtini di cavolo, zuppa di vino, carpa impanata, maiale in gelatina e oca arrosto con lenticchie), si aspetta la mezzanotte in piazza e, infine, si intraprende un tour underground tra i “tipic Romkocsma”, i pub aperti nelle rovine della città abbandonata, bevendo drink accompagnati dai Làngos, (pizze fritte aromatizzate con aglio, panna acida e formaggio), a Roma Cristina Bowerman suggerisce un Capodanno tutto casalingo (la sua Glass Hostaria è sold out): “Cucinate, riunitevi in famiglia intorno a una zuppiera di limoges colma di brodo e tortellini - consiglia l' unconventional chef, protagonista della scena gastronomica contemporanea internazionale - e se volete proseguite con una tacchinella ripiena di castagne, uvetta, pinoli ed erbe fresche”. Il cenone più riuscito? “Quello in cui ciascuno porta qualcosa”, conclude la Bowerman. L'alternativa è una serata prenotata su Gnammo, la piattaforma dedicata al social eating. C'è ancora tempo per riservare.

Assoluto vegetale e Champagne per brindare con Niko Romito
Assoluto vegetale e champagne per lasciarsi alle spalle il 2016 alla tavola di Niko Romito. Un piatto che è una new entry. Nella cucina del Reale, a Castel di Sangro, è in preparazione il menù dello chef, interprete essenziale del territorio con tocchi di equilibrio e leggerezza. Ostrica con mela e pomodoro, rombo con lattuga marinata e maionese speziata, lenticchie, nocciola e tartufo bianco. E quel “Piccione fondente e pistacchio” premiato da La Maison Vranken-Pommery in occasione della quinta edizione del Premio Piatto dell'Anno della Guida L'Espresso 2017. Fra i dessert frolla, confetto e rum.

A Genova, invece, in piazza Sant'Elena, alla Trattoria dell'Acciughetta, dedicata al “pan do ma” (acciuga in dialetto), si fa festa con babà, foie gras & cipolla rossa di Tropea caramellata insieme a un flute di Sauternes, tartare di manzo con uovo marinato alla barbabietola, ricci di mare, caviale e nel bicchiere Cerasuolo. Poi risotto allo champagne mantecato all'ostrica con crudo di gamberi rossi allo zenzero e lime. Si prosegue con un Cappon magro 2.0 (pesce cappone, branzino, astice, gamberi, cozze, vongole, bottarga, patate, carciofi, carote, cialda di riso alla barbabietola, salsa verde e uova di quaglia).

Mezzanotte al Cibreo di Fabio Picchi
A Firenze, Fabio Picchi, nel suo Cibreo (locale ispirato al piatto preferito di Caterina de' Medici, a base di uova, brodo di carne, cipolle, salvia, fegatini, creste, bargigli e cuori di pollo), celebra sapientemente la cucina toscana a modo suo con patate di Cetica (presidio Slow Food del Casentino), riso Carnaroli in brodo di coda di manzo (aromatizzato con chiodi di garofano) e coda di manzo “alla francesina” con cipolle rosse di Certaldo. Contorno di carciofi lessati “turgidi e conditi con una emulsione di olio e limone”. Il dessert è panna con cialdoni.

Al Qafiz, alta cucina d'Aspromonte
Al Qafiz di Nino Rossi (che richiama nel nome la misura tradizionale araba di volume) i sapori dell'Aspromonte fanno alta cucina: è uno dei giovani profeti di Cooking Soon, ensamble calabrese (insieme a lui c'è Gennaro Di Pace, Caterina Ceraudo, Emanuele Strigaro, Emanuele Lecce, Antonio Biafora, Luca Abbruzzino, Riccardo Sculli, Bruno Tassone) che promuove in giro per il mondo territorio e gastronomia con un format contemporaneo. Un'operazione che è anche culturale e che si fonda sulle eccellenze locali. Nella cucina dell'esclusivo ristorante di Santa Cristina d'Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, fervono i preparativi per creme bruleè alla ‘nduja, sandwich di gambero rosso, tataki freddo di manzetta, mousse di caciocavallo e tartufo del Pollino, ricciola con lardo di suino nero, topinambur fondenti, puntarelle e olive della Piana di Gioia Tauro. Lenticchie di Mormanno e sontuosi torroni locali.

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