Favignana tornerà ad essere l'isola del tonno. La notte scorsa il Senato ha approvato un emendamento al decreto Mezzogiorno che include le tonnare fisse - compresa quella della capitale delle Egadi - nella ripartizione delle quote aggiuntive di tonno rosso previste per l'Italia a partire dal 2018. “La tonnara di Favignana potrà costituire un modello produttivo di economia del mare sostenibile” afferma la senatrice Pd Pamela Orrù firmataria dell'emendamento
Il tonno è stato per secoli un protagonista dell'economia siciliana. Per la pesca e per le attività produttive collegate. Ogni anno si pescavano decine di migliaia di esemplari ed erano più di 120 le tonnare attive. Una cultura millenaria che ha avuto il suo fulcro nelle isole Egadi, in particolare a Favignana, impregnata di questa storia.
L'ex- stabilimento Florio - che dagli abitanti dell'isola veniva chiamato Turino perché era la loro Fiat - dava lavoro a centinaia di favignanesi ed era all'avanguardia.
Poi sono arrivare le navi giapponesi che intercettano i tonni allo stretto di Gibilterra, il rischio di estinzione per il pesce e le quote alla pesca fissate dall'Unione europea.
Dal 2007 la pesca del tonno a Favignana non esiste più, anche se per fortuna lo stabilimento è stato mirabilmente ristrutturato con la creazione di un percorso museale che ogni anno attrae migliaia di turisti.
Il progetto - e la sfida - oggi è far rivivere a pieno titolo la tonnara. Lo scorso anno l'azienda Castiglione, produttrice di tonno in scatola e fornitrice di tutti i principali private label della gdo in Italia, ha calato nuovamente le reti della tonnara. Per una mattanza simbolica. Castiglione - che ha tra l'altro acquisito lo storico marchio Florio - e Favignana tutta adesso chiedono di poter ravvivare la cultura del tonno con una pesca vera. Ecco cosa potrebbe succedere l'anno prossimo….
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