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Barilla: la pasta del futuro? Sarà personalizzata

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Barilla: la pasta del futuro? Sarà personalizzata

Pasta tailor made, nuovi mercati e prodotti salutisti sono gli asset su cui si muoverà la futura Barilla che, in occasione della sesta edizione del Barilla Pasta World Championship, ha presentato le creazioni di pasta stampata in 3D.
Non un capriccio né una curiosità, ma una vera scommessa sul futuro. Ferma convinzione dell'azienda è che al pari di quanto già avviene nel mondo automobilistico, anche nel food il mercato andrà verso la personalizzazione estrema del cibo e a questo futuro Barilla si sta già preparando.

“La stampante 3D di pasta – afferma Paolo Barilla, vice presidente dell'azienda di famiglia – è una cosa nuova anche per noi e come tutte le cose nuove vanno create, studiate e osservate nei possibili utilizzi per il futuro. È sicuramente molto interessante come oggi la tecnologia consenta a ognuno di creare la propria forma e quindi liberare la creatività degli chef e in futuro magari anche di ricettare un prodotto personalizzato. Poi i tempi e come davvero si realizzerà il progetto è ancora da venire. Però, vogliamo proseguire su questa strada”.

In un futuro alla Star Trek quindi ogni casa potrebbe essere dotata di una stampante 3D per produrre non solo pasta, ma anche biscotti, dolci e quant'altro secondo gusti ed esigenze alimentari degli abitanti. “Un futuro poi non così lontano – precisa Barilla –, se si pensa alla rivoluzione che hanno portato le macchine per espresso che oggi campeggiano quasi in ogni cucina, quando fino a pochi anni fa erano appannaggio solo dei bar. Nella storia tecnologica dell'ultimo periodo la personalizzazione fa parte del nostro mondo. Veniamo da un passato dove si offriva un prodotto uguale per tutti e passati a un presente dove a ogni gruppo di persone viene offerto un prodotto specifico, ovvero seguendo la segmentazione del mercato, il futuro sarà la personalizzazione, dove ogni individuo vorrà avere uno stile di vita e dei prodotti studiati per lui. Si pensi ai benefici per chi ha esigenze di colesterolo o pressione alta o intolleranze… Una strada che persino un produttore come noi di quelli che venivano chiamati beni di largo consumo non può ignorare”.

BluRhapsody è il nome del nuovo progetto cui fa capo la collezione di pasta stampata in 3D. Un'esplorazione tecnologica in collaborazione con un centro di ricerca olandese applicata al cibo. “Stiamo vedendo quale potrebbe essere la portata dell'innovazione – spiega Michela Petronio, Global Discovery Center vice president di Barilla –. Da anni di sperimentazione è nato questo progetto che vorremmo portare all'alta ristorazione, per innovare pur lavorando sempre con i soliti ingredienti, ovvero la semola e l'acqua. Il progetto presentato durante il campionato ci dà modo di realizzare forme impensabili con le tecniche tradizionali e che si prestano a infinite interpretazioni gastronomiche”. Barilla ha coinvolto in BluRhapsody non solo chef, ma anche designer che possono così applicarsi in modo concreto anche al cibo, per una nuova interpretazione della cucina italiana. “Forse – prosegue Petronio – la nostra stampante non andrà mai davvero nelle cucine degli italiani, ma è sicuro che avrà un suo sviluppo. Magari nei fab lab dove chi usa la tecnologia collabora con i creativi. Il nome è ispirato all'armonia di forme e di composizione che questi formati esprimono, ci ricordava la complessità, forza e armonia della musica di Gershwin”.

Barilla quindi si prepara al cambiamento, cercando di suggerire quelli che saranno gli stili di vita utili per il benessere delle persone. Gusto, nutrizione, salute, sostenibilità rimangono dei pilastri per lo sviluppo dei prodotti e dell'azienda nell'immediato. “Studiamo in continuazione prodotti non solo più buoni – afferma Barilla –, ma anche funzionalmente più equilibrati. Uno degli ingredienti più interessanti per noi in questo momento sono i legumi, che stanno aprendo nuove opportunità per lo sviluppo”.

Intanto, nel presente l'azienda di Parma guarda a nuovi mercati, come Russia, Brasile e Asia. Quest'ultimo, però, con cautela, dopo i primi approcci poco felici. “Non è detto che debba per forza diventare un nostro mercato di sbocco – frena prudente Barilla –. È un mercato da studiare. Ha abitudini molto radicate, ottime e variegate. Bisogna quindi saper proporre prodotti in linea con la loro cultura, come la pasta, mentre per l'innovazione il mercato va ancora valutato”. Più interessanti la Russia e anche il Brasile, nonostante i segnali negativi dell'economia. “Noi non guardiamo tanto alle crisi – conclude –, che vanno e vengono, quanto ai bisogni delle persone di una buona alimentazione, pur sapendoci integrare e confrontare con le economie locali”.

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