Due nuovi libri ci permetteranno di orientarci nel nuovo mondo degli spiriti: quelli che arrivano dal Giappone e stanno acquisendo
una crescente popolarità. Non si tratta dei “kami” (quelli restano in Giappone, anche se si sono dispersi per l’arcipelago
dopo essersi riuniti tutti in ottobre nella provincia di Shimane), ma degli alcolici made in Japan, che cominciano a diventare
di moda anche sotto forma di cocktail, mentre il sake ormai non è più una misteriosa curiosità esotica (e costerà anche di
meno dall'anno prossimo, quando il dazio per il suo import in Europa sarà azzerato).
«Il Libro del Sake e degli spiriti giapponesi – Storia dei liquori nipponici con cocktails e curiosità» è stato scritto da Stefania Viti, giornalista esperta di Sol Levante che per le edizioni Gribaudo ha pubblicato una collana
sulla cultura gastronomica giapponese, tra cui «Il Sushi tradizionale» e con «Il libro del Ramen». «Ho diviso questo libro
in diverse sezioni - spiega Viti - La prima è sul sake, con un excursus storico, culturale, letterario ecc, come sempre succede
nei miei libri . La seconda sulla produzione e le curiosità. Poi c'è la parte ‘Oltre il sake', dove parlo di tutti gli altri
alcolici giapponesi: shochu, awamori, yuzushu, umeshu, poi birra e ‘samurai spirits' come whisky, gin, rum».
Infine, c'è la parte dei cocktails: 5 locali per 5 stili diversi. Ad esempio, il Lamp Bar di Nara, creato da Michito Kaneko
(World Class Global Bartender of the Year 2015, intervistato), e Octavius Bar at the Stage Milano (uno dei locali più di tendenza
del capoluogo lombardo). Citati anche Zuma Roma, l'unico locale Zuma in Italia; Sakeya, The House of Sake (a Milano) e Tenoha,
il primo concept store del brand Tenoha fuori dal Giappone. Esempi di cocktail? “La Ginza Occidentale” a base di Japanese
Pure Malt Whisky, il “Kabuki Negroni” con l'umeshi ; il Big in Japan con lo shochu di riso e cereali.
«La caratteristica di questo libro – prosegue Viti - è che partendo dal sake, senza dubbio la bevanda giapponese più conosciuta
in Italia, prova ad allargare il racconto a tutto il mondo del beverage Made in Japan. Infatti, andando in giro per i locali
italiani mi sono resa conto di quando gli alcolici giapponesi siano già diffusi e conosciuti: in moltissimi locali ormai si
trovano cocktails a case di whisky giapponese - che è tra i migliori al mondo e lo racconto - o a base di shochu, o con
lo yuzushu. Raccontare le bevande giapponesi attraverso i cocktails mi ha dato l'opportunità di raccontare questo mondo e
di rendere protagonisti i prodotti. Suggerendo anche che un tono cool e trendy a un mondo come quello del sake, che talvolta
è percepito come molto tradizionale».
Un libro, insomma, che non ha la pretesa di essere un manuale tecnico, ma che apre una finestra sull'affascinante e quanto
poco conosciuto mondo del beverage giapponese. Tra le interviste inserite, quella a Giovanni Municchi, l'unico kurabito italiano
a lavorare in una cantina di sake, che racconta la vita nella “sakagura”, e Fukuyo Shinji (Suntory Spirits Chief Blender),
che rivela i segreti di uno degli whisky più amati al mondo come Hibiki, ancora fuori catalogo perché la produzione è insufficiente a soddisfare la domanda.
Intervistati anche Misawa Koji, esperto di sake, che spiega come degustarlo, e Marco Massarotto, che racconta il mondo del
sake in Italia. Massarotto -imprenditore nel campo della comunicazione digitale e fondatore dell'associazione culturale La
via del Sake (organizzatrice del Japan Festival) - ha pubblicato qualche mese fa «Sake, il Giappone in un bicchiere». Un manuale divulgativo con contributi fotografici originali e progetto grafico esclusivo (interni in carta ecologica prodotta
con le alghe, cover in carta di riso e illustrazioni dedicate), che si sofferma su tutti gli aspetti di un prodotto unico
per qualità e storia: dalle origini alla produzione, dalle diverse tipologie ai segreti del servizio, dagli abbinamenti all'utilizzo
in cucina.
Adesso che la cucina giapponese è finalmente diventata una tra le più amate anche in Italia, è proprio giunto il momento di fare un passo in avanti e di raccontare un altro degli elementi fondamentali della cultura gastronomica del Sol Levante come il sake. E cogliere l'occasione anche per affacciarsi al resto del mondo degli spiriti nipponici.
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