Il placet definitivo da Bruxelles è atteso entro l'autunno, ma è già ufficiale che con la vendemmia 2019 il Monferrato “conquisterà”
due nuove tipologie con indicazione di vitigno. Dopo aver ricevuto l'approvazione dal Comitato Vitivinicolo Nazionale per
la modifica del disciplinare della DOC, con l'inserimento nella denominazione di Nebbiolo e Nebbiolo Superiore, il Consorzio
Barbera d'Asti e Vini del Monferrato ha infatti annunciato la richiesta della etichettatura transitoria per consentire ai
produttori di uscire nel 2020 con l'annata 2019, la prima per l'estensione della Doc.
«È stato un lavoro di squadra complesso, un iter che ha coinvolto diversi attori della filiera e siamo orgogliosi del riconoscimento
della qualità del Nebbiolo monferrino. Non essendo una nuova Doc ci auguriamo che l'approvazione dalla UE arrivi prima della
vendemmia», è il commento del presidente del Consorzio Filippo Mobrici.
Un passo importante, dunque, «un altro tassello che aggiungiamo al lavoro di riconoscimento del brand Monferrato nella speranza di poter dare maggiori opportunità ai viticoltori anche dal punto di vista della valorizzazione economica. Dovrà essere un prodotto di eccellenza essendoci tutte le premesse per l'elevazione della qualità».
Nessun “assalto” al Nebbiolo
In breve tempo la neonata denominazione Monferrato Nebbiolo sta già attirando l'attenzione dei produttori. Sono infatti poco
più di 500 le aziende potenzialmente interessate, con una superficie di circa 600 ettari destinabili alla produzione, distribuiti
tra i 335 comuni delle province di Asti e Alessandria. Non ci sarà però un “assalto alla diligenza” del nebbiolo – assicura
Mobrici - «Chi faceva Monferrato Rosso a base nebbiolo continuerà a farlo, con una dicitura che includa il vitigno, mentre
non saranno molte le aziende pronte a cogliere questa nuova opportunità. Andranno sicuramente con cautela, in primis perché
il disciplinare è piuttosto stringente e obbliga a lavorare un prodotto di alta qualità». Le rese sono infatti regolamentate
a 90 quintali per ettaro per il Nebbiolo e a 80 per il Superiore. Sia per il Monferrato Doc Nebbiolo che per il Monferrato
Doc Nebbiolo Superiore è previsto un periodo minimo di affinamento rispettivamente di 12 mesi e di 18 mesi, di cui almeno
6 in legno.
Eppure le potenzialità sono interessanti. Le analisi di laboratorio evidenziano parametri analitici di grande qualità per
questo vitigno, a cui ora è possibile dare un nome ufficiale.
«Stiamo parlando di un vitigno che fa parte della tradizione nel Monferrato – conclude il presidente del Consorzio – questa estensione della Doc permette di dare un nome proprio a quei vini, come avviene nell'Oltrepò Pavese. È dunque un'opportunità in più che può arricchire il ventaglio di prodotti per alcune cantine. La nostra area è e rimane comunque vocata al Barbera e a questo non si rinuncia, soprattutto aziende storiche che hanno costruito il proprio nome su questo vino».
Non avendo ottenuto la retroattività, la prima vendemmia della nuova denominazione avrà luogo nel 2019. Per l'uscita sul mercato
delle prime etichette si dovrà dunque attendere fino al 2020.
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