Chiuse le prime rassegne per la casa come Homi di Milano, Maison&Objet di Parigi, un trend sembra emergere con vigore: quello della tavola imbandita con splendidi servizi di piatti. Al centro dell'attenzione dei designer è tornato infatti l'umile piatto, quello che fa parte del tris classico, quello di “portata” e quello che a fine pasto, viene servito a ciascuno per il caffè e che –non va dimenticato-richiede di essere porto al commensale con il suo sottostante dish di portata.
E' in atto infatti un rinnovo stilistico come negli anni d'oro del design italiano quando si rivoluzionarono le tavole tradizionali. Allora i designer di Ceramiche Gabbianelli, Gio Ponti, Luigi Massoni e altri protagonisti cambiarono in modo straordinario il concetto stesso di “piatto”.
Da Ponti a Castrignano, il trend è italiano
Come Ponti proponeva, con grande successo, piatti uguali di forma per le portate, anche Andrea Castrignano, architetto, ha
disegnato per Knindustrie la serie Lunch Layers (visti a Homi e Maison&Objet), costituita da tre elementi impilabili per le tre portate, da “sfilare” man mano che cambia
la portata. Caratterizzati da una mescolanza cromatica molto piacevole, seguono il trend della più totale informalità così
come accade anche per Ayli.
Quest’ultima linea propone piatti e alzate di piatti che sembrano tradizionali ma che essendo quattro elementi intercambiabili in tinte differenti e da una lineare base di ottone, disegnano in tavola una cromia raffinata. Coloratissima anche la collezione di Taitù, un nome storico del good design italiano, un’azienda, sempre molto fedele alla qualità, che torna con una fioritissima collezione disegnata da Silvia Cabassa, che si presenta come un vero compendio di storia naturale. Ghidini 1961 ha invece lanciato nuovi elementi per la tavola come il portafrutta in ottone lucidato o in rosso rame: una serie di piatti-foglie disegnati da Nika Zupanc.
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