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Eataly scommette sulla formula «dal banco alla tavola» nella sede del Lingotto

(Federico Cardamone)
(Federico Cardamone)

Cambiano pelle i ristoranti di Eataly. E la sperimentazione comincia da Torino. Ai menù classici, declinati in base alla stagionalità e alla tradizione della cucina italiana, si affianca il format «Dal banco alla tavola». Nella sede storica di Eataly, quella realizzata nella vecchia fabbrica della Carpano al Lingotto di Torino, nasce la nuova formula adottata nei ristoranti della catena fondata da Oscar Farinetti, per valorizzare i banchi del fresco, dalla carne al pesce, e dare la possibilità ai clienti di scegliere direttamente la materia prima che sarà poi preparata dagli chef.

Decine le proposte della pescheria, del reparto macelleria, fino ai salumi e i formaggi e le verdure, con quattro metodi di cottura dal vapore alla piastra passando per il forno e la frittura. I clienti del Lingotto di Eataly dunque potranno scegliere una portata direttamente dal banco e decidere come gustarla anche grazie ai consigli dei cuochi. Si allarga poi la carta dei vini perché oltre alle proposte in menù, nelle diverse Cucine del Mercato, si potrà scegliere tra le 500 etichette della cantina di Eataly.

Enrico Panero, Executive Chef di Eataly, ribadisce come «semplicità e valorizzazione della materia prima» siano i valori chiave delle Cucine del Mercato di Eataly Lingotto. Protagonisti assoluti, dunque, nella nuova proposta di ristorazione presentata a Torino da Francesco Farinetti, amministratore delegato del Gruppo, e Andrea Guerra, presidente.

Format sperimentale
La nuova formula sperimentale ha debuttato a Torino e in parallelo anche nel nuovo Eataly di Las Vegas, inaugurato lo scorso 27 dicembre mentre tra qualche settimana «Dal banco alla tavola» sarà disponibile anche nella sede di Eataly Bari. La scelta resta molto ampia, anche se di giorno in giorno varia a seconda della disponibilità sul mercato: un centinaio le proposte della Pescheria, con molluschi, crostacei e pesci, selezionati con un occhio alla stagionalità, alle taglie minime e alla filiera corta, 50 tagli di carne, a cominciare dalla piemontese razza Fassona, più di 500 salumi e formaggi, di cui 20 Presìdi Slow Food.

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