Una casa-tempio per il Masseto, il luxury wine di Bolgheri. Studiata per ospitare un ciclo produttivo a caduta e protetta dalle naturali proprietà isolanti dell'argilla blu, è stata inaugurata la nuova cantina della Tenuta Masseto, controllata dalla famiglia Frescobaldi. Una struttura in simbiosi con le colline e il vigneto circostanti. Un omaggio fisico e simbolico alla storia e alla rapida evoluzione della Tenuta che in pochi anni - del 1986 la prima bottiglia - ha saputo generare un vino di fama internazionale. “Abbiamo dedicato anni – dichiara il ceo Giovanni Geddes da Filicaja – alla pianificazione e alla costruzione della casa ideale per il Masseto.
Un luogo frutto di trent'anni di esperienza, dove ogni dettaglio è stato studiato con dedizione per soddisfare le precise
esigenze del nostro team di enologi”. Affidato agli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito del celebre studio ZitoMori, il progetto doveva offrire le condizioni ideali per la vinificazione e la conservazione del vino
riducendo al minimo l'impatto ambientale. Il primo passo, con il lancio del bando europeo, è stato mosso nel 2012 e l'edificio
completato a luglio 2018.
Scavata nell'argilla blu della collina
“Le direttive architettoniche specificavano che la cantina doveva essere una vera e propria opera d'arte – racconta il direttore
commerciale di Masseto, Alex Belson –. In parole povere, era nostro dovere regalare al Masseto una dimora degna del suo nome,
espressione della sua identità architettonica”. In superficie, solo il basso profilo dell'area di ricezione delle uve e della
vecchia casa di Masseto, oggi restaurata, emergono dalla collina.
“Per raccontare l'impegno necessario a produrre questo vino, abbiamo deciso di creare una serie di spazi non costruendoli,
ma scavandoli nel corpo monolitico della collina. La diversità dei volumi, delle altezze interne e la disposizione su più
piani richiama la struttura di una miniera d'oro, che insegue i filoni di metallo prezioso fino al giacimento centrale”, spiega
l'architetta di origini giapponesi Hikaru Mori.
Gli interni si ispirano ai templi antichi
Il marcato contrasto tra il modesto aspetto esterno e gli ambienti interni, simili a un tempio antico, colgono inizialmente
di sorpresa il visitatore. Riprendendo il contrasto tra esterno e interno, anche le vasche da 65 ettolitri si distinguono
per il loro aspetto antitetico. Sfaccettate all'esterno, presentano un interno a forma di tulipano, che garantisce un'estrazione
particolarmente delicata. “Queste 12 vasche offrono la massima flessibilità in fase di vinificazione, potenziano l'espressione
dei singoli appezzamenti e donano complessità al blend finale”, commenta Axel Hein, direttore della Tenuta. Due barricaie standard, per il primo e il secondo anno di permanenza in legno, e una sperimentale ampliano le possibilità
di micro-vinificazione e maturazione. A completamento del ciclo produttivo, la struttura include le aree di imbottigliamento
ed etichettatura, per un totale di 2.500 mq.
Il cuore della struttura è occupato dalla cantina dei vini, il Caveau Masseto. Qui, dietro una parete rivestita in pietra, sono conservate bottiglie di ogni annata dal 1986. Le barricaie e il Caveau
sono circondati da tecnologie di gestione e controllo del processo di vinificazione. L'annata 2018 è stata la prima a essere
vinificata in questa cantina, dalla nuova enologa, Eleonora Marconi.
Il valore delle bottiglie si è moltiplicato per cinque in dieci anni
Il Masseto, frutto dell'eponima collina della costa toscana, a poca distanza da Bolgheri, è un vino nato, appunto, quasi per caso. Il potenziale del pendio su cui oggi sorge la vigna
si intuì solo negli anni Ottanta, quando, a dispetto di ogni pronostico, consiglio e tradizione locale, vennero impiantate
le prime viti. Quel coraggio è stato ripagato. L'argilla blu, le brezze costiere e l'ottima rifrazione della luce garantita
dal Mar Tirreno contribuiscono all'intrigante mix di potenza, eleganza e complessità che contraddistingue il vino della Tenuta.
Il Masseto è stato acclamato a livello internazionale fin dalla sua nascita nel 1986. Pur essendo un Igt, infatti, è tra i 2-3 vini italiani più costosi e ricercati. Il prezzo di una bottiglia di annata recente supera i 750 euro. “In dieci anni – sottolinea Geddes da Filicaja – il valore
medio si è moltiplicato per cinque”. Nonostante una capacità produttiva estremamente limitata (circa 30mila bottiglie), il Masseto è distribuito in quasi 70 paesi. L'assegnazione e il posizionamento delle bottiglie sui vari mercati sono oggetto
di grande cura: Italia, Stati Uniti e Canada sono serviti direttamente dalla cantina, mentre gli altri mercati vengono forniti
da un gruppo selezionato di 15 negociant della Place de Bordeaux.
C’è anche il film
Per rendere omaggio al vigneto del Masseto la Tenuta ha commissionato la realizzazione di un film e di un documentario fotografico.
Il film è stato affidato al regista Yuri Ancarani e gli scatti al fotografo norvegese Marius W. Hansen, vincitore di numerosi
premi e residente nel Regno Unito.
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