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il 2 maggio

Vinci, le cantine di Leonardo aprono due musei dedicati al Rinascimento del vino

Chiamarsi “Cantine Leonardo” e avere sede a Vinci (Firenze) è già una bella carta da giocare nell'anno in cui in mezzo mondo si celebra il cinquecentenario dalla morte del grande artista-scienziato toscano. Se poi si possiedono anche 70 ettari di vigne che in parte insistono sui terreni lasciati in eredità dallo zio Francesco proprio a Leonardo da Vinci, il gioco è fatto.

Cantine Leonardo - cantina sociale da 18 milioni di fatturato (per l'80% all'export) del colosso cooperativo Caviro – ha fatto tesoro di queste “ricchezze” per guardare al futuro: è andata a ripescare gli scritti leonardiani sulla viticoltura e ha applicato ai giorni nostri alcuni filoni di studio dell'epoca, primo fra tutti la concimazione della vite. E' così che è stato messo a punto un concime a base di vinacce e scarti agricoli, in fase di brevetto, cuore del metodo Leonardo che l'azienda ha applicato a cinque nuove linee di vini appena lanciate sul mercato.

Casale di Valle in Vinci

La bottiglia premium - un Supertuscan fatto da Sangiovese, Syrah, Merlot - si chiama Santo Ippolito e fa parte della linea “Villa da Vinci” che identifica i vini prodotti da vigneti di proprietà dell'azienda: i cru che a metà del Quattrocento appartenevano alla famiglia da Vinci sono oggi i cru di “Villa da Vinci”. Giapponesi e cinesi hanno già dimostrato di apprezzare questo vino ispirato a Leonardo, firmando una ventina di ordini importanti.

Gli altri vini leonardiani, invece, sono realizzati con uve provenienti dai soci-conferitori di Cantine Leonardo (un centinaio in Toscana con 400 ettari di vigneti) che utilizzano il concime naturale ispirato al genio, ma anche da soci-conferitori del gruppo Caviro che seguono questo stesso metodo.

I due musei del vino
“Leonardo si innamorò del vino a Vinci, dove la famiglia aveva vigneti e dove rimase fino a 14 anni – spiega SimonPietro Felice, direttore di Cantine Leonardo – anche se poi perfezionò le tecniche di produzione fuori dalla Toscana e riuscì a fare il vino solo a Milano, nella vigna che gli aveva donato Ludovico il Moro. La nostra idea, adesso, è di far conoscere la passione di Leonardo per il vino, ed è per questo che abbiamo finanziato la riapertura del Museo ideale Leonardo da Vinci e la nascita del museo Leonardo e il Rinascimento del vino realizzato all'interno di Villa da Vinci, che documenterà e approfondirà i rapporti del genio con l'agricoltura e il mondo vitivinicolo”. Entrambi i musei apriranno al pubblico il prossimo 2 maggio.

E non è finita: per dar corpo al progetto culturale, Cantine Leonardo ha prodotto anche un film-documentario che è un omaggio alla terra di Vinci e un racconto del legame tra Leonardo e il vino, nei diversi territori in cui è passato, che sarà presentato in rassegne internazionali “per diffondere anche all'estero la conoscenza e la bellezza dei territori di Vinci”.

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