Un piatto antico con un antenato, le uova strapazzate, un piatto povero e al tempo stesso ricco di sapori e di tantissime varianti. Ma con un solo grosso problema: come giro la frittata? Perchè è qui che si misura l'abilità del cuoco/a, e cioè girare la padella senza trasformare il tutto in un'informe mistura di uova. E a proposito di pentole e padelle quale è il miglioro materiale?
Per i puristi della frittata la versione classica è la cosiddetta “lionese” di ferro, o ghisa, larga, con i bordi bassi, allargati ed un lungo manico per manovre senza rischio di scottature. L'acciaio inossidabile non è adatto perché la frittata si attacca subito e prende un sapore non gradevole. Per chi non vuol mai fare brutte figure ma non è un esperto cuoco la padella antiaderente di qualità è la soluzione ideale ma deve avere un rivestimento di grande resistenza perchè solo così la cottura è uniforme e richiede pochissimi interventi.
Il forno per non sbagliare o il coperchio o la padella ad hoc
E poichè anche l'occhio vuole la sua parte, l'italiana Knindustrie ha di recente presentato una giocosa padella quadrata che
ovviamente richiede per la classica manovra della giravolta una certa abilità ma che, in cambio, sulla tavola diventerà il
centro dell'attenzione. C'è chi ha talmente paura di scaraventare tutto in giro che adotta un classico rimedio: cuocere la
frittata al forno (190 gradi, in una padella appena oliata) anche se questo non ottiene del tutto la croccante doratura del
metodo tradizionale.
Tornando al problema –l'unico- del creatore perfetto dell'omelette o della frittata, quello di girarla velocemente e bene, c'è la frittatiera, cioè due pentole inaderenti agganciate che, con una semplice giravolta, danno un ottimo risultato perchè mantengono il contenuto compatto, consentendo una cottura uniforme e fragrante. E questa stoviglia ha un altro grande pregio: che riesce a mantenere una forma perfettamente rotonda senza rotture anche quando la frittata è ben imbottita di ingredienti.
E se non si possiede una di queste doppie padelle? Per i cuochi domestici meno esperti conoscono il coperchio ideale, Hoplà della Ilsa, in diversi formati in modo da poter girare perfettamente il tutto, senza scottarsi, senza rovinose scivolate e sono realizzati per qualsiasi padella, anche la più piccola o la più larga.
Per chi invece ama l'uovo nella sua compiuta cottura e cioè al tegamino o all'occhio di bue, consigliamo una recente proposta di Alessi di ineffabile grazia , firmata da Alesandro Mendini, il grande designer da poco scomparso, e realizzata in trilamina con coperchio di acciaio inox 18/10.
Da portare in tavola tanto è ben disegnata e farà la sua bella figura così come accade ogni volta che nei ristoranti extra-lusso o sulle tavole dei ricchi commensali viene portato l'uovo o la minifrittatina nel tegamino d'oro dell’industria bergamasca Agnelli.
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