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Aerei, un motore made in Italy

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Aerei, un motore made in Italy

(Lapresse)
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Sarà progettato e sviluppato a Torino il nuovo motore aeronautico ATP firmato da Avio Aero, Gruppo General Electric. E per l’Italia rappresenterà un salto di qualità industriale. Con i suoi 2 miliardi di giro d’affari e i 4.100 addetti nei cinque stabilimenti italiani, Avio Aero si conferma un polo fondamentale del settore aerospazio. «Saremo i primi al mondo a far volare un aereo con parti di turbina prodotte da polvere di titanio alluminio tramite stampa tridimensionale – dice l’amministratore delegato Riccardo Procacci – su queste posizioni di leadership Avio Aero sta combattendo e, crediamo, vincendo la battaglia per il suo futuro».

Le sue parole in occasione della sottoscrizione, nello stabilimento di Rivalta nel Torinese alla presenza del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, del Technology Development Community, un modello di partenariato che coinvolge sette Università, quelle con cui l’azienda ha collaborato negli ultimi venti anni.

«La trasformazione del modello industriale verso la manifattura 4.0 – sottolinea l’ad – deve indurre una trasformazione altrettanto radicale nel modo di fare innovazione e ricerca, passiamo da collaborazioni individuali con i singoli atenei alla creazione di una rete, da un modello centralizzato a uno neurale per promuovere l’interazione diretta, tra poli e con l’azienda, incrementando la velocità, migliorando il flusso di informazioni e alimentando la creatività». Con Politecnico di Milano, Torino e Bari, Università di Firenze, Università di Genova, Università di Pisa e Università del Salento Avio Aero costruirà nove community tecnologiche focalizzate su specifiche tematiche di ricerca e con gruppi di lavoro, coordinati da Avio e partecipati da ricercatori, tecnici di più atenei e pmi, che portino avanti piani scientifici pluriennali finalizzati allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche.

Il progetto del nuovo motore Advanced Turboprop, ATP, è nato dopo l’acquisizione di Avio da parte di General Electric, nel 2013. Un investimento industriale da 400 milioni di dollari in Europa per creare un motore nella classe dei 1.300 cavalli, destinato all’aviazione generale. «Un progetto concreto che guarda a un mercato specifico» spiega Giorgio Abrate, capo dell’ingegneria di Avio. Un progetto che avrà un primo test di prova a luglio dell’anno prossimo e che ha ricevuto il sostegno del ministero dello Sviluppo economico con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa che sancisce le linee di sviluppo dell’azienda in Italia, a fronte di sostegni alla ricerca per 200 milioni.

ITrasmissioni meccaniche, Turbine, combustori, sistemi di controllo destinati ai motori aeronautici rappresentano la specializzazione produttiva degli stabilimenti Avio Aero. E dopo l’avvio a Cameri del primo polo di stampaggio in 3D di componenti, Avio scommette su una nuova sfida industriale. «Sono 5 i paesi al mondo in grado di sviluppare un intero motore aeronautico per applicazioni civili, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Francia e Germania – sintetizza Abrate – adesso con l’ATP di Avio Aero si aggiunge l’Italia».

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