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Il settore dell’automotive accelera con il modello 4.0

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la questione industriale

Il settore dell’automotive accelera con il modello 4.0

(Imagoeconomica)
(Imagoeconomica)

Con la produzione di auto in ripresa, il settore autoveicolistico affronta con maggiore ottimismo la sfida della digitalizzazione e dell’Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale. L’assemblea dell’Anfia - l’associazione della filiera autoveicolistica - si è tenuta ieri nello stabilimento Fiat Chrysler di Cassino (nonostante Fca sia fuori sia dall’Anfia che da Confindustria) e ha visto la presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Quest’ultimo ha confermato i «20 miliardi di incentivi fiscali” previsti dalla Legge di stabilità e ha detto che “così l’Industria 4.0 diventa l’elemento chiave della legge».

Renzi ha affermato che il suo governo «ha rimesso l’industria al centro, dopo che per molti anni qualcuno pensava che l’Italia avrebbe potuto diventare il parco divertimenti per i lavoratori delle industrie del Nordeuropa».

Dopo l’intervento di Renzi è stato il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ad illustrare il Piano Industria 4.0 del Governo, che si differenzia - ha sottolineato - da quelli di altri Paesi europei. L’Italia adotterà una linea di “neutralità tecnologica”, senza cioè favorire l’una o l’altra tecnologia; e punterà su azioni “orizzontali”, ovvero estendibili da un settore manifatturiero all’altro.

Il presidente dell’Anfia, Aurelio Nervo, ha fatto il punto sul settore automotive che in Italia ha visto negli ultimi due anni una ripresa della produzione di auto, dopo il crollo (-50%) del decennio precedente; secondo Nervo la produzione di autoveicoli potrebbe raggiungere quest’anno gli 1,1 milioni di unità rispetto al milione del 2015. La dinamica del mercato va di pari passo con l’ottimo andamento del mercato mondiale, che nei primi nove mesi dell’anno è cresciuto del 5% dopo il +1,4% del 2015. Per quanto riguarda l’Industria 4.0, Nervo ha ricordato il ritardo dell’Italia, dove in base ai dati Ucimu 2014 solo un quarto delle macchine utensili era dotato di tecnologie avanzate. Gli ultimi due anni hanno visto anche qui una ripresa, «grazie alla legge Sabatini e al superammortamento degli investimenti produttivi».

Secondo Nervo, fra le condizioni per l’automotive 4.0 ci sono «il superamento del gap dimensionale e quello digitale delle aziende italiane, la maggiore messa in rete delle eccellenze e la riqualificazione del capitale umano». Per aiutare il processo di crescita dell’industria 4.0, il comparto chiede anche leggi stabili e competitive. Per quanto riguarda le tecnologie più innovative, Nervo ha chiesto che l’Italia avvii, come ha già fatto la Germania, un «piano nazionale di sperimentazione dei veicoli a guida autonoma in alcune aree delimitate, per dare modo anche ai produttori di componenti, lavorando eventualmente con i costruttori esteri, di sviluppare le necessarie competenze». L’idea è di utilizzare una città o parte di essa, e almeno un tratto autostradale; a questo proposito sono già stati avviati i contatti con il Governo, che dovrebbe finanziare le spese infrastrutturali.

Maurizio Stirpe, vicepresidente con delega alle relazioni industriali di Confindustria, ha detto che nell’era dell’Industria 4.0 serve un «modello contrattuale che non sia mai unico», ma che abbia la flessibilità di rispondere ad “esigenze diverse” ed a “diversi livelli di ricchezza”, tra aziende, settori e sul territorio nel Paese. Ogni diversa realtà deve “avere la possibilità di un vestito su misura”. E tra le parti sociali, aggiunge, il contratto deve sempre più essere visto “come uno strumento che non alimenti la conflittualità ma la condivisione.

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