Alcuni parlano di “guerra dei rifiuti”. L’incendio di plastica riciclata avvenuto venerdì scorso a Pomezia (qui la galleria d’immagini) è solamente il più recente di una sequenza di decine, decine e decine incendi che hanno devastato negli ultimi anni gli impianti di trattamento, stoccaggio o ricupero dei rifiuti. Secondo alcuni esperti del settore le aziende danneggiate dal fuoco in due anni sono forse più di un centinaio.
Dal giugno 2015 fino a settembre 2015 il Sole 24 Ore aveva censito una trentina di impianti colpiti da incendi (qui si può leggere un articolo di un anno e mezzo fa).
Un’altra ventina di incendi sono stati rilevati nel 2016.
Altri 16 incendi a impianti di gestione del ciclo dei rifiuti nei primi cinque mesi del 2017; sono esclusi dal conteggio i sabotaggi di entità minore eppure diffusissimi, come la distruzione di camion compattatori o di macchinari, tra i quali quello rilevato pochi giorni fa un impianto Tmb dell’Ama di Roma.
C’è chi collega questi incendi a un piano unico, a una mente unica (qui si può leggere un altro articolo sul tema). In qualche caso, i depositi di rifiuti sono andati a fuoco per motivi chiaramente casuali; spesso sono stati accertati inneschi non volontari, per esempio corto circuiti in macchinari oppure reazioni chimiche incontrollate tra rifiuti industriali. Però in molti casi l’origine dolosa è stata comprovata fin dall’inizio, per esempio quando gli incendiari sono stati filmati dalle telecamere notturne di sicurezza che controllano i muri perimetrali degli stabilimenti.
Ecco alcuni degli eventi avvenuti nell’ultimo anno.
Nell’aprile 2016 sono state danneggiate aziende di Genova Campi e di Stella, nel Savonese. Nel giugno 2016 è stato colpito un centro raccolta rifiuti nella zona industriale di Agrigento; in luglio l’impianto di riciclo di Trapani in contrada Belvedere; nell’agosto scorso un’azienda di Santo Stefano Magra (La Spezia), a Ercolano (Napoli) un’azienda di rifiuti speciali, con disagi seri per i cittadini, e un’azienda di Piossasco (Torino) con una nuvola impressionante di fumo visibile da decine di chilometri.
Nel settembre scorso è toccato al deposito Hera di rifiuti a Raibano, alle porte di Riccione; a un impianto di gestione dei rifiuti a Onano non lontano da Acquapendente (Viterbo), con un allarme ambientale alla popolazione per la nuvola intossicante di fumo; all’ecocentro Veritas a Caorle (Venezia) e a un’azienda di Lainate (Milano).
In ottobre fiamme a un’azienda di Monselice (Padova); alcuni mesi dopo alcune persone sono state arrestate con l’accusa di avere innescato volontariamente le fiamme. Ancora in ottobre, fuoco in un’azienda di Carinaro (Caserta), ad alcune rotoballe di rifiuti nel porto vecchio di Piombino (Livorno), a un impianto per la raccolta differenziata dei rifiuti a Roccabernarda nel Crotonese.
Novembre 2016: fuoco a un impianto consortile di selezione dei rifiuti a Pineto (Teramo), a un centro di raccolta a Bolgare (Bergamo).
Anno nuovo, gennaio in fiamme a Paolisi (Benevento) e in febbraio fuoco ad
Alzano Lombardo (Bergamo) mentre un vasto incendio volontario ha prodotto danni gravi nella zona industriale di Bari. Ancora in febbraio, a Cisano sul Neva (Savona) un incendio a un’azienda specializzata nel trattamento dei rifiuti ha sviluppato una nuvola di grandi dimensioni che ha spaventato i cittadini.
Marzo, incendio e nuvola densissima di fumo in un’azienda di trattamento rifiuti a Chieti Scalo, ma anche a Villa Literno (Caserta); e fiamme a Calcinatello (Brescia) in un’azienda del settore rifiuti già colpita in passato da eventi simili: i fumi sono stati monitorati dall’Arpa Lombardia.
Aprile: rogo in un centro di raccolta rifiuti vicino a Pinerolo (l’odore pungente di plastica bruciata raggiunge Torino), in fiamme 60 tonnellate di rifiuti in uno stabilimento alla Strillaia alle porte di Grosseto. Ad Apiro (Macerata) una bombola di gas sfuggita al controllo dei rifiuti viene spezzata dai macchinari di selezione e il Gpl s’incendia; a Ceparana (La Spezia), a Pace vicino a Messina, a Gaggiano (Milano) nel capannone di un’azienda di trattamento.
Ultimi giorni, maggio: a Napoli incendio allo Stir di Giugliano, i rifiuti vengono dirottati nell’impianto gemello di Tufino, e a Pomezia in fiamme l’azienda di riciclo della plastica.
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