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L’oleodotto non è pronto, così Total porta il petrolio in…

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L’oleodotto non è pronto, così Total porta il petrolio in autobotte

Il petrolio di Tempa Rossa viaggerà in autobotti: 170 mezzi che trasporteranno 20 mila barili di greggio ogni giorno dalla Basilicata verso le Marche, diretti alla Raffineria di Falconara Marittima, e verso la Capitale, alla Raffineria di Roma. Percorreranno circa duemila chilometri sulle strade italiane per portare il greggio all'impianto gestito dal Gruppo Api in provincia di Ancona per procedere alla raffinazione e per raggiungere il polo logistico romano gestito dalla società controllata da Total-Erg per lo stoccaggio e l’esportazione del greggio lucano attraverso il reparto costiero di Fiumicino via nave.

Sono queste le ipotesi avanzate dalla Total E&P Italia (operatore in joint venture con Shell e Mitsui) per avviare la produzione del secondo giacimento della Basilicata. Tutti i dettagli del nuovo progetto sono contenuti in una doppia istanza appena presentata al ministero dell’Ambiente. Bloccata dai ritardi autorizzativi e dalla forte opposizione sul versante pugliese del progetto dalla Regione Puglia per l’approdo del greggio alla raffineria di Taranto (si veda altro pezzo in pagina), la compagnia francese tenta così una nuova e, sicuramente più impervia, strada per non rischiare di trovarsi a impianti finiti con l’impossibilità di produrre. E per di più con un programma lavori approvato dal Cipe e dal ministero dello Sviluppo per l’avvio del giacimento di Tempa Rossa entro il 31 dicembre 2017 con la messa in produzione a regime di 50 mila barili al giorno.

Un imperativo, quindi, quello di avviare gli impianti aggredendo subito l’ostacolo ministero Ambiente, che a cascata poi si sposterà sui territori quando sarà la Regione Basilicata, che in più occasioni non ha mancato di esternare le sue perplessità, dovrà esprimersi. Il progetto interregionale Tempa Rossa proposto dalla Total prevede la realizzazione di alcune opere tese alla realizzazione di 12 baie di carico auto-cisterne e alla posa di due condotte interrate di collegamento a Corleto Perticara (Potenza) per rendere possibile il trasferimento del greggio stabilizzato dal Centro Olio Tempa Rossa. Un progetto «ponderato per ottimizzare al meglio l’utilizzo di risorse naturali, minimizzando i possibili impatti con la matrice ambientale», assicura Total illustrando i tragitti che dovranno percorrere le 170 autobotti tra Corleto Perticara e Falconara Marittima e tra Corleto Perticara e Roma (circa 4 mila km tra andata e ritorno).

Per il primo tratto, la strada della raffinazione, potrebbe seguire due percorsi: uno via Taranto e l’altro via Melfi. Il greggio,infatti, non sarà raffinato nel vicino impianto Eni di Taranto, ma dovrà percorrere a seconda della direzione scelta dai 658 km ai 643 verso l’impianto Api di Falconara Marittima (e viceversa per tornare a caricare). Il percorso stradale più complesso è quello lucano con tratti tortuosi e pavimentazione in più parti sconnessa (come evidenzia lo stesso studio di impatto ambientale) dall’area di caricamento di Corleto Perticara alla zona industriale di Guardia Perticara e l’attraversamento di una serie di tunnel con un incremento percentuale di traffico veicolare che in alcuni casi sfiora l'80%. E da qui che le autobotti proseguiranno via Taranto o via Melfi su strade come la Saurina, la 598 Fondo Valle d'Agri e la Statale 106 Jonica, sulla 407 Basentana , e sulla 658 verso Melfi-Candela, sulla 655 Ofantina, con incrementi percentuali maggiori nelle aree interne con picchi fino al 50%che diminuiscono naturalmente immettendosi nelle autostrade verso Foggia (A14) e in direzione Bari sull’Adriatica A15/E843.

L’altra soluzione individuata dalla Total è quella di portare il greggio lucano, sempre a Nord, ma a Roma non per raffinarlo: 435 km passando per la zona industriale di Viggiano , la 598 Fondovalle dell’Agri, la SS 95, con picchi di incremento percentuale del traffico fino al 60% , per arrivare nei pressi di Atena Lucana (provincia di Salerno) e immettersi nell’autostrada A2/E45 verso Roma.

In questa direzione si orienta l’altra istanza presentata al Ministero dell’Ambiente dalla Raffineria di Roma Spa , dove l’attività di raffinazione è ormai stata dismessa dal 2012, per la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale di un progetto teso, appunto, ad ottenere l’autorizzazione all’implementazione di un sistema logistico presso il Deposito di Pantano di Grano per la ricezione, stoccaggio ed esportazione di grezzo estratto dai giacimenti di Tempa Rossa.

Il progetto prevede la realizzazione di modifiche impiantistiche all’interno del Deposito che consentiranno il transito attraverso la struttura logistica di circa 1.100.000 metri cubi di grezzo all’anno di grezzo. Sarà così possibile garantire il transito settimanale di circa 22.950 metri cubi di grezzo provenienti dal Centro trattamento olio di Corleto Perticara in Basilicata. Il trasferimento del grezzo è puntualizzato anche in questo progetto avverrà tramite autobotti e isocontainers, per un numero stimato massimo giornaliero di 170 mezzi aventi capacità di 30 metri cubi, che saranno caricati fino ad un massimo di 27 metri cubi.

Nessuna richiesta invece, viene formalizzata dalla società francese, almeno per ora, al Ministero dello Sviluppo economico di modifica del programma lavori, che come tale richiederebbe poi l’Intesa con la Regione Basilicata. Su questo punto il Mise, ritenendo la modifica individuata da Total “essenziale”, si era già espresso precisando che avrebbe valutato l’eventuale istanza della Total di modifica del programma lavori e poi presa una decisione sulla base della Valutazione di Impatto Ambientale e delle indicazioni della Cirm (Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie), se approvare o meno l’avvio della produzione ridimensionato e con autobotti. Nessuna richiesta è arrivata sulla rimodulazione dei tempi, vista l’imminente scadenza del 31 dicembre.

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