Si rimettono in movimento le procedure per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti nazionali di metano e di petrolio, e si mettono in movimento anche le associazioni nimby. L’attività di utilizzo dei giacimenti — si stimano riserve da grande Paese petrolifero ma le politiche attuali non ne incentivano la ricerca e lo sfruttamento — per ora è soprattutto cartacea. Permessi, autorizzazioni, richieste e istanze.
Per esempio, è stata avviata la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) per perforare un pozzo esplorativo nella Bassa pavese, tra Corteolona e Stradella, per capire se nel sottosuolo vi sono riserve di metano.
Il ministero dell’Ambiente ha appena approvato la conduzione di ecografie sotto il fondale dell’Adriatico al largo di Bari e Polignano a Mare, per capire se ci sono riserve di petrolio. Inoltre, è stata aperta la procedura di Via per un impianto in Basilicata, sopra al grande giacimento di Tempa Rossa, in cui i camion cisterna della Total potranno caricare il petrolio da trasportare su strada poiché per “motivi ambientali” è fermo il progetto di una conduttura.
Non basta. Qualche giorno fa sono stati dati i via libera ambientali alla perforazione di pozzi di metano nella Bassa bresciana vicino allo svincolo di Manerbio della A21 e nell’alto novarese tra Carpignano e Fara.
Nel segmento della ricerca di giacimenti tramite le “ecografie” del sottosuolo, nelle settimane scorse è stato approvato il progetto per cercare giacimenti (probabilmente petrolio) nel mare Ionio al largo di Santa Maria di Leuca (Lecce) di fronte alla costa di Crotone.
Il ministero dell’Ambiente ha anche verificato e approvato il modo in cui sono stati rispettate le prescrizioni ecologiche in diversi progetti: approvato il mondo di conduzione delle ricerche per un giacimento che potrebbe essere in Adriatico al largo di Brindisi e Ostuni e consenso anche a un progetto sul giacimento Clara al largo di Ancona. Approvate anche le procedure per alcuni aspetti dei progetti di terminale di rigassificazione di metano liquido al largo delle coste toscane e a Rosignano (Livorno) e per un attracco per le petroliere al largo di Pescara.
Come è naturale, non tutte le procedure sono approvate. Per esempio, all’inizio dell’estate l’Ambiente aveva bocciato la ricerca di giacimenti (pare che siano di dimensioni ingenti) al largo della costa nord-occidentale della Sardegna. Sono state archiviate per abbandono la perforazione di pozzi nell’entroterra di San Benedetto del Tronto e nel Canale di Sicilia al largo di Agrigento e Siculiana.
Un cenno ai movimento nimby che non vogliono queste attività di ricerca e sfruttamento di risorse locali. Giorni fa il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, ha incontrato l’attrice Helen Mirren e il regista Taylor Hackford per coinvolgerli nella campagna contro «le possibili introspezioni marine nelle acque dello Ionio e dell’Adriatico». Preoccupatissimo per le “ecografie” sotto il fondo di Adriatico e Ionio il presidente della Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, secondo il quale è un’attività «estremamente pericolosa e impattante per l’ecosistema marino».
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