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La sfida di Milano. Bracco: «Ema, una scelta inadeguata…

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La sfida di Milano. Bracco: «Ema, una scelta inadeguata sarebbe una sconfitta per l’Europa»

«Le imprese hanno capito già un anno fa l’importanza di questa partita che porterebbe all’Italia una crescita importante del Pil».

A poche ore dal voto che sancirà la nuova sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco costretta a cercare una nuova casa in Europa dopo la Brexit e l’addio a Londra, Diana Bracco, che nel coordinamento per portare l’Ema a Milano rappresenta il mondo delle imprese, spiega ancora una volta perché il capoluogo lombardo sia la scelta migliore.

Lunedì 20 novembre l’Europa sceglierà la nuova sede dell’Ema: c’è da temere per criteri di scelta geopolitici?

Le Agenzie sono fondamentali per i cittadini europei, fanno parte della nostra vita. L’Ema tutela la sanità pubblica tramite la valutazione e il controllo dei medicinali. È evidente che la decisione che gli Stati membri si apprestano a compiere non può essere impostata a meri criteri di ripartizione geografica, avvantaggiando i Paesi che non ospitano ancora la sede di un’agenzia europea.

Quali rischi intravede?

La scelta di una città inadeguata rappresenterebbe una sconfitta per tutta l’Europa perché a farne le spese sarebbero prima di tutto 500 milioni di pazienti che si vedrebbero privati della possibilità di accedere tempestivamente a farmaci innovativi che in molti casi potrebbero essere davvero salvavita.

Perché Milano ha il profilo giusto per accogliere l’Ema?

Milano ha un dossier di candidatura fortissimo che offre vantaggi unici e, soprattutto, risponde perfettamente ai criteri posti dalla Commissione europea. Anzitutto l’Italia vanta la seconda più grande industria farmaceutica in Europa in termini di volumi di produzione. Venendo a Milano, l’Ema dialogherebbe con lo Human Technopole, il grande progetto voluto nell’ex area Expo dal governo italiano. Sarà una struttura di ricerca tra le più avanzate d’Europa e del mondo, che farà diventare Milano il punto di riferimento europeo per le biotecnologie e per le scienze della vita, una delle grandi frontiere del domani.

Altri vantaggi a favore di Milano?

Il grattacielo Pirelli (ex sede della Regione Lombardia), un edificio pubblico in un’ottima posizione e pronto all’uso. Questo è molto importante perché garantirebbe all’Agenzia di non perdere nemmeno un giorno di operatività. A questo bisogna aggiungere l’importanza di scuole in lingua per stranieri. Qui abbiamo numerosissimi corsi di laurea in lingua inglese (ricordo la Bocconi, la Bicocca, il Politecnico e così via) e un’ampia gamma di scuole straniere. Lo hanno sottolineato i Rettori delle Università della Lombardia nel loro appello a sostegno della candidatura di Milano, ricordando proprio il carattere già molto internazionale della nostra formazione superiore.

Poi c’è la questione importantissima del mercato del lavoro…

Un altro punto di forza di Milano è certamente l’offerta occupazionale che caratterizza la città. Qui, dove hanno sede le maggiori multinazionali, ci saranno sicuramente molte opportunità occupazionali per i familiari dei funzionari dell’Ema. A tale riguardo, non posso non ricordare che se per motivi politici fosse scelta una destinazione inadeguata, assisteremmo al preoccupante fenomeno delle dimissioni di diversi funzionari dell’Ema, cosa che ne metterebbe a rischio l’operatività. Parlando di trasporti, Milano offre una logistica molto efficiente in un sistema integrato. Oltre 250 collegamenti aerei a settimana con Londra agevoleranno la fase transitoria per il personale pendolare.

Come valuta l’azione diplomatica a sostegno della candidatura di Milano?

Le istituzioni nazionali e locali si sono tutte mobilitate con grande coesione e unità. Lo stesso Presidente della Repubblica si è speso in modo straordinario in Italia e all’estero come hanno fatto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e tutti i ministri. La rete diplomatica italiana si è mossa in un modo straordinario così come eccezionale è stata la partecipazione alla campagna Ema Milano dell’intero mondo delle imprese che ho avuto l’onore e l’onere di coordinare. Iniziato a Bruxelles il tour ha poi toccato capitali come Bucarest, Sofia, Lubiana, Stoccolma, Copenaghen, Riga, Vilnius, Tallinn, Lisbona, Atene e si è conclusa giovedì scorso a Nicosia (Cipro) dove con il sindaco Giuseppe Sala abbiamo incontrato i ministri ciprioti degli Affari esteri e della Salute.

È stata una campagna realmente bipartisan?

Sì. L’intero sistema Italia ha dato prova di grande unità compattandosi attorno alla candidatura di Milano: alle decine di grandi aziende italiane, appartenenti a diversi settori industriali, e ai sistemi associativi e camerali che hanno partecipato alle delegazioni, si sono aggiunti il supporto e il sostegno di importanti personalità del mondo accademico, della cultura e del Made in Italy. Oggi la forza di Milano è indubbiamente riconosciuta in tutta Europa, cosa non ovvia solo qualche mese fa, come dimostrano i recenti articoli di Le Monde e del Financial Times, e le dichiarazioni del ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel, che vede con simpatia la candidatura di Milano, ipotizzandone la vittoria al secondo turno.

Cosa lascerà in eredità a Milano questa campagna per l’Ema?

A prescindere dall’esito, che ovviamente tutti ci auguriamo positivo, abbiamo fatto una grande operazione di marketing territoriale a favore di una città, Milano, e di un territorio circostante che cresce ogni giorno e che sempre di più si sta imponendo come un punto di riferimento fondamentale in Europa e nel mondo come capitale delle scienze della vita.

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