Vale 11 miliardi di euro il settore del vino, conta 2mila imprese industriali e con 50,4 milioni di ettolitri l’Italia si
conferma per il quarto anno consecutivo il primo produttore mondiale. Sono i numeri dell’edizione 2019 dell’Industry Book
di Unicredit, dedicato al comparto che da domenica animerà a Verona la 53esima edizi0ne del Vinitaly.
Nel suo complesso, la produzione 2018 è stata abbondante, il 10,5% in più rispetto all’anno scorso, e ha assicurato al nostro Paese
una fetta del 17% di tutto il vino prodottto nel mondo. In particolare è aumentata la produzione di vino Dop: +21,7% rispetto
al 2017, con i rossi che sono cresciuti del 23,4% e i bianchi del 20,5%. Con 523 prodotti certificati, l'Italia detiene inoltre
il primato mondiale dei vinici certificati IG (cioè Dop e Igp), con la Francia soltanto seconda a quota 435.
Sul fronte delle esportazioni, l'Italia detiene una quota del 19,8% del totale mondiale, con 6,2 miliardi di euro incassati
nel 2018. Gli Usa rimangono il primo mercato di sbocco, seguiti da Germania e Regno Unito. Questi 3 mercati insieme assorbono
più della metà dell'export italiano globale. Nel 2020, i mercati
più interessanti per l'export italiano di vini fermi saranno la Cina, dove sono previste volumi di vendite in aumento dell'11,9%,
il Canada (+6,5%) e e il Giappone (+4,2%); mentre per gli spumanti le destinazioni principali saranno Canada (+18,4%), Usa
(+14,6%)e Cina (+12,2%).
L'analisi UniCredit - che ha mappato i bilanci depositati degli ultimi cinque anni di un campione di 685 imprese produttrici di vino - conferma le buone performance finanziarie del settore, con una crescita del fatturato a un tasso medio annuo del 3,9%. Nel quinquennio, i margini del settore sono aumentati a un tasso medio annuo del 5,8%.
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