Mondo

Libia: l’Egitto bombarda, Isis rapisce altri 35 egiziani

  • Abbonati
  • Accedi
renzi chiama al sisi. Parigi chiede riunione Onu

Libia: l’Egitto bombarda, Isis rapisce altri 35 egiziani

«Almeno 35 cittadini egiziani» sono stati rapiti in Libia dopo l'inizio dei raid del Cairo «in zone controllate dall'Isis e da Anbsar al Sharia»: lo riferisce Libya Herald. I sequestrati sarebbero in gran parte lavoratori del settore agricolo. Intanto nel pomeriggio, il Papa ha telefonato al Patriarca della Chiesa Copta Ortodossa, Tawadros II, per manifestare la sua profonda partecipazione al dolore della Chiesa copta per il recente barbaro assassinio di cristiani copti da parte dei fondamentalisti islamici.

Il bombardamento egiziano
Il portavoce dell'Esercito libico, il maggiore Mohamed Hegazy, ha detto che nei raid egiziani su Derna e Sirte sono stati uccisi 64 combattenti dell'Isis, tra cui «tre dei loro leader». I feriti sono «decine». Lo riferisce il sito del quotidiano egiziano Al Ahram. In risposta all'uccisione dei lavoratori egiziani, l'Egitto ha bombardato nella notte e in mattinata obiettivi in Libia, a Derna, Bengasi e Sirte. Lo ha reso noto la tv di Stato, dopo che il presidente Abdel Fattah al-Sisi poche ore prima aveva annunciato che l'Egitto si riservava «il diritto di rispondere». Attualmente è in corso un altro raid (il terzo) dell’aviazione egiziana sul Paese africano.

Fajr Libya, la coalizione di milizie al potere a Tripoli, ha chiesto invece agli egiziani di lasciare la Libia per evitare ritorsioni. È quanto emerge da un post sulla pagina Facebook di Fajr. La coalizione filo-islamica ha quindi lanciato un appello a manifestare contro «i raid compiuti stamattina dal terrorista Abdel Fattah al Sisi e la sua aviazione».

L’ambasciatore libico a Roma: l’intervento militare non è la soluzione
L'intervento di una forza di «peacekeeping non è la soluzione» per risolvere la crisi in Libia, ma «la soluzione è il processo politico» tra le parti in conflitto «sotto l'egida internazionale» che «per sua natura è in contrasto con la soluzione armata». Lo afferma l'ambasciatore libico in Italia, Ahmed Safar, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International sulla minaccia rappresentata dallo Stato islamico (Is) nel Paese nordafricano.

Giovedì incontro Mogherini-Kerry
Il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, è tornata a lanciare l'allarme per la situazione «straordinariamente grave» in Libia, incancrenita dall'avanzata dei jihadisti di Isis. Per questo giovedì, a margine del vertice antiterrorismo di Washington, Mogherini avrà una riunione ai massimi livelli con il segretario di Stato John Kerry, il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri, ed i capi delle diplomazie dei Paesi della regione. All'ordine del giorno la doppia minaccia rappresentata da Isis e dalla crisi che vede un governo e un Parlamento riconosciuto internazionalmente, che controlla solo parte della Cirenaica, e quelli “ombra” degli islamisti a Tripoli, che comandano nella capitale e in tutta la Tripolitania.

Renzi telefona ad Al-Sisi
Questa mattina il premier Matteo Renzi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente egiziano, al centro del quale è stata ovviamente la situazione libica e i passi politici e diplomatici da compiere nel quadro del Consiglio di sicurezza Onu per ristabilizzare il Paese.

Il raid egiziano
I caccia egiziani hanno colpito campi di addestramento e magazzini di armi, facendo 40-50 vittime tra i jihadisti, secondo quanto riferito dal comandante delle forze aeree libiche del governo internazionalmente riconosciuto di Tobruk. Fonti di Bengasi parlano anche di cinque civili morti nei bombardamenti a Derna. Intanto il presidente al Sisi ha incaricato il ministro degli Esteri, Sameh Shukri, di andare «immediatamente» a New York per le riunioni necessarie all'Onu e nel Consiglio di Sicurezza e chiedere una reazione internazionale, posizione condivisa anche dalla Francia. Secondo Sisi, Shukri porrà la comunità internazionale di fronte alle «sue responsabilità» perchè prendano le «misure adeguate» per far rispettare la carta delle Nazioni Unite, tenendo conto che tutto quello che sta succedendo in Libia «è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale».

Raid anche in Siria
Pozzi petroliferi nell'est della Siria controllati dallo Stato islamico sono stati presi di mira oggi da raid aerei condotti da caccia degli Emirati Arabi Uniti. Lo riferisce la tv panarabo-saudita al Arabiya. Gli Emirati avevano interrotto la partecipazione ai raid a dicembre, dopo la cattura del pilota giordano poi ucciso dall'Isis.

Il premier libico: minaccia Isis può spostarsi in Italia
In un’intervista al sito della Reuters il premier libico Abdullah al Thani chiede esplicitamente «alle potenze mondiali di sostenere la Libia e intraprendere azioni militari, o questa minaccia (l'Isis) si sposterà nei Paesi europei, in particolare l'Italia». Intanto il generale Khalifa Haftar, esponente di spicco dell'esercito regolare libico, ha dichiarato di essere pronto a collaborare con gli attacchi dell'Egitto contro l'Isis e altri gruppi terroristici in Libia, pur precisando che «un intervento militare terrestre egiziano in Libia non è preferibile». Per il generale, la collaborazione egiziana deve essere chiara, rapida e trasparente, riferiscono media libici.

Il cordoglio del Papa
Sull’uccisione barbara dei 21 copti («assassinati per il solo fatto di essere cristiani») ad opera dei miliziani dell’Isis ha espresso il suo cordoglio anche papa Francesco: «Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida, siano cattolici, ortodossi, copti, luterani, non interessa, il sangue è lo stesso».

© Riproduzione riservata