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Grecia, aiuti per altri 4 mesi. Compromesso all’Eurogruppo

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Eurogruppo, superata l’impasse

Grecia, aiuti per altri 4 mesi. Compromesso all’Eurogruppo

  • –con un articolo del corrispondente

Estensione dell'attuale programma di aiuti per 4 mesi (e non sei come chiesto dai greci), completamento delle misure contenute nel Master Financial Assistance Facility Agreement (MFFA) prima di un nuovo esborso di aiuti, rispetto degli impegni finanziari nei confronti dei creditori, elenco del programma di riforme entro lunedì prossimo: questi i punti principali dell’accordo raggiunto a Bruxelles tra Grecia e ministri finanziari, come ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Un compromesso che allontana la Grexit, l’uscita traumatica di Atene dall’Eurozona.

In compenso «sulla dimensione dell'avanzo primario di bilancio richiesto alla Grecia terremo conto della situazione» congiunturale, ha detto ancora Dijsselbloem. Atene aveva chiesto di poter contenere l'avanzo primario entro l’1,5% (contro il 3% quest’anno e il 4,5% nel 2016 chiesto dall’Eurogruppo), data la profonda crisi economica e umanitaria in cui versa il Paese.

Quanto ai fondi a disposizione del fondo ellenico di sostegno al comparto bancario (Esfs) potranno essere «utilizzati solo per ricapitalizzazioni bancarie e per costi di risoluzione» di istituti e saranno rilasciati «solo su richiesta della Bce o della Ssm». Atene chiedeva di poter utilizzare quei fondi per scopi più generali di finanziamento, ma l'Eurogruppo ha insistito per mantenere l’unico utilizzo delle ricapitalizzazioni bancarie.

L'accordo «va nell'interesse non solo della Grecia ma di tutta l'Ue», in quanto è «un accordo equilibrato, che permette alle autorità greche di mettere in opera i cambiamenti che desiderano e allo stesso tempo di rispettare gli impegni», ha commentato il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici. Il premier greco Alexis Tsipras aveva twittato a metà giornata: «Questo è il momento per una decisione politica storica, per il futuro dell'Europa!».

L'emergenza banche, Schaeuble lapidario
Le aspirazioni del leader di Syriza escono ovviamente ridimensionate (al termine dell'estensione del piano i creditori avranno ancora il coltello dalla parte del manico, date le scadenze di luglio e agosto con Bce e Fmi), ma non si può parlare di sconfitta per la Grecia, che ha smussato alcuni spigoli e ha perlomeno guadagnato tempo prezioso. Una scelta, infatti, non poteva più essere rinviata, con la tenuta delle banche a rischio già da martedì (alla riapertura dopo un ponte festivo), e nonostante l'intervento d'emergenza (ELA) della Bce. Da due mesi è in corso una vera e propria emorragia: sono stati calcolati deflussi di fondi per oltre 20 miliardi di euro, uno soltanto venerdì, a trattative in corso. Anche se il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, ha tenuto a chiarire che Atene non riceverà nuovi fondi prima che sia completato con successo il programma di salvataggio. «Il governo greco - è la dura analisi di Schaeuble - certamente avrà difficoltà a spiegare l'accordo ai suoi elettori. Fino a quando il programma attuale non sarà completato con successo, la Grecia non riceverà ulteriori pagamenti».

Varoufakis: evitate misure recessive, si comincia dai piccoli passi
Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis ha espresso una moderata soddisfazione. «Non è il momento di festeggiare, questo accordo è un piccolo passo in avanti, il primo nella giusta direzione. Abbiamo combinato due cose di solito ritenute contraddittorie, l'ideologia e la logica, ossia la democrazia e il rispetto delle regole». Il ministro greco ha ammesso che l’accordo contempla delle limitazioni, «come non prendere decisioni che vadano a inficiare il bilancio. In un certo senso, una condizione che volevamo».

Soprattutto, però, «non abbiamo firmato nessun Memorandum d'intesa, è l'inizio di una fase nuova. Saremo coautori della nostra lista di riforme, non seguiremo più uno script datoci da agenzie esterne». Chiaro il riferimento alla troika, di fatto non soppressa, anche se i greci hanno ottenuto di riconsiderare i termini degli accordi con i vertici delle istituzioni (Bce, Ue, Fmi) piuttosto che con una task force di funzionari. Non solo. «Abbiamo rotto con le scelte dei passati governi ed evitato ulteriori misure recessive, come l’aumento dell’Iva o l’obiettivo di un avanzo primario al 3 per cento. Abbiamo anche ottenuto di poter discutere un nuovo patto per la crescita, incluso l’alleggerimento del debito, dall’estate prossima». Varoufakis ha detto, infine, che «i prossimi quattro mesi saranno utilizzati per ricostruire i rapporti con l’Europa e il Fondo monetario».

Padoan: «Siamo tutti vincitori»
«Siamo tutti vincitori». Così il ministro italiano dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato al termine dell'Eurogruppo sulla Grecia. L'accordo, per ora, è «sul processo» e «non sul contenuto». Atene ora dovrà presentare un «elenco di misure» che poi saranno valutate. L'attuale programma europeo per la Grecia, ha spiegato Padoan, «è stato esteso per qualche mese. Poi ci sarà la discussione di un nuovo programma a medio termine con il sostegno alla riforme strutturali e per la crescita. Entro l'estate ci sarà un nuovo programma».

La lettera greca spedita per errore, scoop o bufala?
Poco dopo il via al vertice tra i ministri economici, partito a metà pomeriggio oltre un’ora e mezza dopo il previsto, con tutte le delegazioni dei 19 già all’opera, era scoppiato il caso della lettera che Atene avrebbe inviato per sbaglio o che, nientemeno, Varoufakis avrebbe corretto, edulcorando le condizioni concordate fra il premier Tsipras, il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e il numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Un’indiscrezione della Bild, il giornale tedesco più popolare anche se non il più autorevole.

Varoufakis, ha subito smentito le ricostruzione del tabloid tedesco. «Chi crede alle favole della @Bild sui greci lo fa a suo rischio e pericolo», ha scritto in un tweet.

Lo Spiegel: Bce si prepara a uscita Atene da euro
Giallo della lettera a parte, la giornata non era iniziata nel migliore dei modi. Oltre alle dichiarazioni bellicose di diversi esponenti di spicco dei 19, secondo un’anticipazione del settimanale tedesco Spiegel, la Banca Centrale Europea si stava addirittura preparando allo scenario di un'uscita della Grecia dall'eurozona. Sempre secondo il magazine tedesco, il Fondo Monetario Internazionale avrebbe ritenuto l'eventuale “Grexit” sostenibile per i Paesi della moneta unica. Per gli analisti americani Grexit costerebbe ad Atene più che perseverare sulla via delle riforme. E l'eurozona, grazie alle misure prese negli anni scorsi, sarebbe al riparo da un effetto contagio. Ieri la società di rating S&P’s aveva condiviso la stessa posizione.

Grexit costerebbe di più alla Germania (che bluffa, dice il Bruegel)
E invece un’uscita di Atene dall’euro costerebbe di più anche alla Germania, ha spiegato il think thank Bruegel. «La proposta della Grecia per una proroga di sei mesi del prestito Ue «è una buona base di partenza per le trattative», la Germania sta «bluffando», ha commentato Gregory Claeys, ricercatore del Bruegel. «È ovvio - ha aggiunto Claeys - che Atene voglia cambiare le condizioni dell'accordo perché la sola austerity non è più accettabile». Gli sviluppi della vicenda gli hanno dato ragione, finora, visto che le posizioni si sono avvicinate pur di evitare il peggio. (Al.An.)

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