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Berlino respinge il piano di Atene: «Un cavallo di Troia».…

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verso l’eurogruppo. Nuovo allarme liquidità

Berlino respinge il piano di Atene: «Un cavallo di Troia». Banche greche in allarme

Il governo Tsipras ha ufficialmente inviato a Bruxelles la richiesta di estensione del programma di aiuti in scadenza a fine mese. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha confermato in un messaggio su Twitter di aver ricevuto giovedì mattina la richiesta del governo greco (qui la lettera di Atene): «Ricevuta richiesta greca per estensione 6 mesi», recitava il messaggio di Dijsselbloem sul social network. Una riunione dei ministri delle finanze dell'Eurogruppo è stata convocata per oggi alle 15 a Bruxelles per prendere una decisione sulla domanda di estensione del prestito della Grecia. Subito bocciata da Berlino: «Non presenta alcuna proposta di soluzione sostanziale», ha commentato Martin Jaeger, portavoce del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble.

Un «cavallo di Troia»
La lettera con cui il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha provato ad assicurarsi il via libera dell'Eurogruppo sarebbe difficile da interpretare, hanno commentato fonti di Bruxelles, secondo cui il governo di Atene gioca con le parole per rottamare il metodo troika senza veders chiudere la porta in faccia dai partner dell'Eurozona. Di fatto, non sarebbe il testo chiaro e semplice con cui l'Eurogruppo voleva vedere la richiesta di estensione dell'attuale piano, alle stesse condizioni. È piuttosto «un cavallo di Troia» come lo definiscono fonti tedesche dell'Euro Working Group (la riunione che prepara l'Eurogruppo) perché sembra una richiesta di estensione degli accordi ma in realtà nasconde la possibilità di smarcarsi dagli impegni. Per la Commissione Ue, però, è comunque un passo avanti che «spiana la strada ad un compromesso ragionevole». Anche se c'è ancora molta strada da fare.

L’aut aut greco. Telefonata Merkel-Tsipras
La riunione dell’Eurogruppo «mostrerà chiaramente chi vuole una soluzione e chi invece non la vuole», ha scritto il governo greco in un comunicato dopo la bocciatura di Berlino. «L'Eurogruppo - recita il comunicato - ha due opzioni: accettare o respingere la richiesta greca. Questo permetterà di mostrare chi vuole una soluzione e chi non la vuole». Siamo di nuovo al muro contro muro. Anche se il vice primo ministro greco Yannis Dragasakis parlando con i giornalisti al termine dell'incontro con il governatore della banca centrale greca Yannis Stournaras ha spiegato che le condizioni per raggiungere domani un accordo a interim in occasione dell'eurogruppo in programma a Bruxelles ci sono.

Tsipras nel pomeriggio ha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca Angela Merkel per cercare di trovare una soluzione. Merkel sarebbe «apparsa più moderata del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble», ha riferito la Tv privata Antenna . Contatti anche tra il presidente del consiglio Matteo Renzi e il premier greco. Renzi ha sentito anche Juncker. Il primo ministro francese Valls ha detto che la Francia «agisce e agirà affinché la Grecia possa mantenere il suo posto in questa Europa».

Commissione cauta, «nein» da Berlino
Un portavoce del presidente Jean Claude Juncker ha detto di valutare come «un segno positivo che spiana la strada ad un compromesso ragionevole nell'interesse di tutta l'Eurozona», ma il governo di Berlino ha frenato subito l’entusiasmo. La richiesta di Atene «non corrisponde ai criteri concordati lunedì dall'Eurogruppo» ed è «un finanziamento-ponte che non adempie pienamente alle condizioni del programma di aiuti», ha ribadito il portavoce di Schaeuble.

Il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, ha puntualizzato che la lettera della Grecia è «vaga» e varia a seconda del tempo e del destinatario: «La lettera da Atene non offre una proposta sostanziale per una soluzione. in realtà - ha sottolineato il banchiere tedesco, a margine di un convegno a Francoforte - si propone un prestito-ponte senza soddisfare i termini del programma».

I distinguo di Gabriel (Spd)
Fonti di Bruxelles rivelano che la Germania si aspetta che la Grecia si impegni sulle riforme che ha già concordato. Va anche aggiunto che il governo tedesco non è perfettamente allineato sulle posizioni di chiusura di Schaeuble: il vicecancelliere Sigmar Gabriel, esponente di spicco della Spd, ad esempio, ritiene che «la proposta scritta del governo greco per le trattative sul prosieguo del programma di riforme è un primo passo nella direzione giusta. Il mio suggerimento sarebbe quello di metterci a discutere prima di affrettarci a dire sì o no».

Parlando a Potsdam, Gabriel ha aggiunto: «Quello che il governo greco deve sapere è che è loro diritto cambiare le politiche in Grecia ma non è possibile redistribuire i costi derivanti sui partner europei. Non possiamo spiegare ai cittadini slovacchi perché il salario minimo in Grecia è due volte più alto e perché i contribuenti slovacchi dovrebbero inviare finanziamenti in Grecia».

Schulz: sorpreso da velocità reazione di Schaeuble
Il presidente (tedesco) del Parlamento Ue, il socialdemocratico Martin Schulz, è rimasto «sorpreso dalla velocità della reazione» di Schaeuble. Lo ha detto a Vienna, commentando la chiusura di Berlino alla Grecia. «Credo che la lettura della lettera mostri che la Grecia si è mossa parecchio. Rinuncia a molte cose che fino all'altro ieri erano indicate come “non trattabili”». Per Schulz, «è arrivato il momento che coloro i quali, nella peggior crisi del paese, hanno potuto portare i loro miliardi da qualche parte, vengano pregati di andare alla cassa e paghino le loro tasse». Se il nuovo governo greco va in questa direzione, «ha l'appoggio di tutti noi».

Gli impegni della Grecia
Nella sua richiesta a Bruxelles, Atene si impegna a mantenere «l'equilibrio di bilancio» nei sei mesi di estensione del programma di assistenza finanziaria. «Il governo - spiegano fonti ufficiali - non ha chiesto un'estensione del piano di salvataggio». «Abbiamo inviato una proposta - aggiungono le fonti - nel rispetto del mandato popolare, che difende la nostra dignità sociale e che, nello stesso tempo, sia accettabile dai nostri partner». Il governo Tsipras chiede, inoltre, una riduzione del debito, che si richiama esplicitamente all'impegno del 2012 dei ministri delle Finanze europei. E include gli impegni della Grecia a far fronte all'evasione fiscale e alla corruzione per combattere la «crisi umanitaria» e far ripartire l'economia.

La posizione del Fmi
Sulla Grecia «serve un accordo, un quadro normativo forte e credibile. La situazione è molto fluida, e faremo il nostro meglio per raggiungere ciò», assicura il portavoce del Fondo monetario internazionale, Gerry Rice, sottolineando che Atene non ha chiesto al Fmi un nuovo programma, oltre a quello che scadrà il 2016. «Sta ovviamente ai partner europei e al governo greco decidere come meglio gestire la possibile estensione del programma Ue o i passi verso un nuovo programma», conclude Rice.

Allarme liquidità, ancora
E intanto che si discute è di nuovo allarme per il progressivo e rapido prosciugamento della liquidità nelle banche greche. Anche giovedì è stata una giornata difficile, con depositi ritirati a un ritmo che non tende a diminuire, anzi. Secondo i dati più recenti da inizio d’anno erano stati ritirati almeno 15 miliardi, con depositi passati da 160 a 145 miliardi. Da inizio settimana ne sarebbe stati ritirati almeno altri 2. I banchieri greci hanno chiesto che si faccia presto e si raggiunga un accordo prima che il sistema collassi, in assenza di un consistente appoggio della Banca centrale europea.

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