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Cameron: la Gran Bretagna sarà ancora più grande

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ELEZIONI UK

Cameron: la Gran Bretagna sarà ancora più grande

LONDRA - La Gran Bretagna diventerà “ancora più grande”: questa la promessa di David Cameron nel suo primo discorso oggi dopo il suo inatteso trionfo elettorale. Il leader del partito conservatore, che ha conquistato la maggioranza assoluta a Westminster con 331 seggi, ha affrontato subito le due questioni più spinose che dovrà gestire: le spinte indipendentiste della Scozia, che ha votato in blocco per l'Snp, e il referendum sull'Unione Europea, che potrebbe portare all'addio della Gran Bretagna a Bruxelles.

Parlando di fronte alla residenza di Downing Street poco dopo il suo rientro da Buckingham Palace dove ha ricevuto dalla Regina Elisabetta il mandato a formare un nuovo Governo, Cameron ha ribadito che intende mantenere la promessa di dare voce ai cittadini britannici in un referendum sulla Ue.

Riconoscendo implicitamente l'importanza della vittoria dello Scottish National Party, che ha conquistato 56 seggi su 59 in Scozia, il premier ha detto di voler unire il Paese, non dividerlo. “Governeremo da partito di una nazione, un Regno Unito,- ha dichiarato. – La ripresa economica deve raggiungere tutte le parti del Paese, da nord a sud, da est a ovest.”
Cameron ha promesso di creare in Scozia “il più forte Governo autonomo al mondo con importanti poteri in materia fiscale,” anche se ha avvertito che “nessun accordo costituzionale sarebbe completo se non si trovasse una soluzione equa anche per l'Inghilterra.”

Mentre Cameron si trova in una posizione immensamente rafforzata rispetto alla vigilia del voto, i leader dei tre partiti sconfitti hanno rassegnato le dimissioni. I laburisti sono crollati a 232 seggi, 28 in meno del 2010. Ed Miliband ha quindi lasciato la leadership del partito, dichiarando di avere fatto “tutto il possibile” nei suoi cinque anni al vertice e chiedendo scusa ai compagni per non essere riuscito a portare il Labour alla vittoria.
Difficile però immaginare chi potrà sostituirlo, dato che i pesi massimi del partito sono usciti di scena: sia il cancelliere ombra Ed Balls che il ministro degli Esteri ombra Douglas Alexander hanno perso il loro seggio e non potranno tornare in Parlamento.

Situazione analoga all'interno del partito liberaldemocratico, che é stato quasi eliminato dal Parlamento, passando dai 57 seggi del 2010 a 8 seggi. Il leader Nick Clegg, vicepremier uscente, é stato eletto di nuovo deputato ma ha dato le dimissioni da leader, ammettendo che é stata “una notte più crudele e devastante del previsto” per i LibDem. I suoi più stretti collaboratori, come il ministro del Business uscente Vince Cable e il sottosegretario al Tesoro Danny Alexander, non sono stati rieletti e dovranno lasciare la politica.

Anche Nigel Farage, fondatore del partito anti-Unione europea e anti-immigrazione Ukip, non é stato eletto nel seggio che aveva scelto per il suo debutto a Westminster e ha rassegnato le dimissioni. “Io mantengo le promesse,” ha detto, dato che si era impegnato a lasciare la leadership di Ukip se fosse stato sconfitto.

E' la prima volta dal 1992 che i conservatori conquistano una maggioranza assoluta, ed é la prima volta dai tempi di Margaret Thatcher che un partito al Governo vince le elezioni con una maggioranza più forte. Nel 2010 Cameron non aveva i numeri necessari per formare un Governo e si era dovuto alleare con i liberaldemocratici. Adesso i Tories sono soli al comando, ma Cameron sa che dovrà gestire gli estremisti all'interno del suo partito, soprattutto gli eurofobi che chiedono a gran voce da anni un'uscita dalla Ue. Le divisioni tra Tories emergeranno nei mesi a venire, ma per ora il partito festeggia una insperata e clamorosa vittoria.

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