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Manifestazione in piazza syntagma

Syriza si spacca, la maggioranza di Tsipras scricchiola: chi sono i dissidenti

ATENE - Dopo l’accordo con l’Eurozona Tsipras deve fare i conti con la politica interna. Fuori casa, a Bruxelles, ha trascorso 48 ore sulla graticola ma nella sua Grecia le prospettive non sembrano essere più tranquillizzanti. Il Parlamento ellenico dovrà dare il via libera entro mercoledì all’accordo di lunedì mattina e affrontare una maratona no stop di provvedimenti, una serie di compiti a casa affidata dalla Ue per potere accedere ai fondi di salvataggio. E proprio alla vigilia di un momento in cui un unico fronte compatto agevolerebbe i lavori, l'ala sinistra dei deputati di Syriza (circa una ventina di deputati) sta valutando l'ipotesi di votare in Parlamento contro il piano di aiuti concordato dallo stesso premier.

L’ala sinistra di Syriza
Il sito Iskra, che rilancia le posizioni della sinistra di Syriza guidata dall'euroscettico ministro dell'energia Panagiotis Lafazanis, non risparmia nulla a Tsipras. «Dopo 17 ore di negoziati, i leader dell’Eurozona hanno raggiunto un accordo umiliante per la Grecia e per la sua gente» afferma. «È un nuovo salvataggio più duro che ristabilisce la troika e mantiene il Paese nello stato di colonia del debito sotto custodia Ue, guidata dalla Germania».

I nazionalisti di Anel
A sostenere il gruppo dei dissidenti di Syriza il partito Anel (13 parlamentari), il partner di Governo che attraverso il ministro della Difesa Panos Kammenos ha annunciato che non sosterrà in Parlamento l'accordo sulla Grecia raggiunto a Bruxelles. Il partito nazionalista dopo il voto del 25 gennaio aveva fornito a Tsipras i 13 seggi necessari per avere la maggioranza in Parlamento, spiazzando gli analisti che avevano previsto un’alleanza tra Syriza e il partito di sinistra filo-europeo To Potami. Ma ora Anel potrebbe abbandonare la maggioranza.

Rimpasto alle porte?
Conti alla mano, la maggioranza scricchiola e il terremoto politico sembrerebbe essere alle porte. Il ministro del Lavoro Panos Skourletis, ex portavoce di Tsipras, ha previsto che il governo perderà la sua maggioranza e si dovrà tornare al voto. «C'è un problema di maggioranza, prevedo elezioni nel 2015», ha detto Skourletis alla tv pubblica Ert. Secondo la stampa greca il premier pensa a un rimpasto di governo per allontanare Lafazanis e altri esponenti della linea dura anti-Ue.

Sabato Tsipras ha già assistito a una rivolta della sua maggioranza per il via libera al mandato a negoziare con l'eurozona. Dei 149 deputati di Syriza, 17 si sono rifiutati di appoggiarlo nel voto sull'autorizzazione a trattare. E tra coloro che l'hanno sostenuto, 15 di Syriza hanno già detto che non voteranno altre riforme chieste dai creditori di Atene. Tsipras potrebbe invocare un codice di condotta firmato dai deputati del partito che li impegna a mettere i loro voti nella mani del partito nel caso di disaccordo con il governo. Ma il vicepresidente Alexis Mitropoulos afferma che i dissidenti interni sono troppo potenti per poter essere ignorati. «La corrente che non concorda con il co-fondatore del partito è la seconda più potente» ha detto alla radio To Vima. «Non li vedo fare marcia indietro e non possono essere minacciati di dimissioni». Tsipras sabato ha ottenuto il via libera al negoziato con un maggioranza schiacciante, 250 voti su 300 seggi, grazie al sostegno delle opposizione europeiste.

A complicare la situazione, già precaria, anche le continue esternazioni dell’ex ministro delle Finanze Varoufakis, che ha dichiarato che «l'accordo raggiunto a Bruxelles è un nuovo trattato di Versailles, questa è la politica dell'umiliazione». «Questo non ha nulla a che fare con l'economia - ha detto -. Non ha nulla a che vedere con il mettere la Grecia sulla strada della ripresa. Queto è un nuovo Trattato di Versailles che perseguiterà nuovamente l'Europa e il primo ministro lo sa. Sa che è dannato se lo fa, ma è anche dannato se non lo fa».

Mercoledì sciopero della Pa
In contemporanea con il voto in Parlamento, che dovrebbe avere luogo mercoledì, il sindacato greco del pubblico impiego Adedy ha indetto uno sciopero di 24 ore. «Indiciamo uno sciopero di 24 ore, in occasione del voto sull'accordo anti-popolare, e una manifestazione alle 19 (le 18 in Italia) su piazza Syntagma», nel centro di Atene, ha affermato l'Adedy in un comunicato. Quello di dopodomani sarà il primo sciopero dall'arrivo al potere della sinistra a gennaio.

E sempre per protestare contro l’accordo approvato questa mattina a Bruxelles è stata fissata una manifestazione questa sera in piazza Syntagma ad Atene. Una pagina Facebook invita i cittadini a prendervi parte: «Diciamo NO a questa Europa», vi si legge.

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