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Strage di San Bernardino, l’Isis rivendica l’attacco

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indagini della polizia sui 14 morti in california

Strage di San Bernardino, l’Isis rivendica l’attacco

Foto di Tashfeen Malik
Foto di Tashfeen Malik

L'Isis ha rivendicato la strage di San Bernardino in California nella quale sono rimaste uccise 14 persone in un centro disabili. La rivendicazione è giunta con un comunicato ufficiale attraverso Aamaq, il network di propaganda dello Stato islamico, nel quale si afferma che «due sostenitori» dell'Isis hanno compiuto la strage. L'attacco, si afferma, «è arrivato dopo la dichiarazione degli americani che gli Usa non erano a rischio di attentati terroristici», e dopo i «sanguinosi attacchi» a Parigi e a Tunisi.

Secondo l’Fbi, che in serata durante una conferenza stampa ha confermato trattarsi di «un atto di terrorismo», le prove indicano che «la sparatoria è stata ampiamente pianificata». «Basandoci sulle informazioni e sui fatti che abbiamo ora in mano, stiamo indagando sui terribili eventi come un atto di terrorismo» ha detto Bowdich precisando che il Bureau ha il controllo sulle indagini.
Al momento, però, «non ci sono indicazioni che i due killer facessero parte di un gruppo organizzato o di una cellula terroristica»: lo ha detto il capo dell'Fbi, James Comey.

Gli investigatori che indagano sul massacro di San Bernardino - il peggiore attacco con armi da fuoco nel 2015 negli Stati Uniti - hanno trovato un legame tra la sparatoria per mano di due giovani, Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik - marito e moglie, origini pachistane lui, saudite lei - e l'Isis. Secondo la Cnn, che cita fonti investigative, la donna, Tashfeen Malik ha scritto un post su Facebook usando un altro nome in cui ha espresso sostegno al leader dello Stato islamico, Abu Bakr al-Baghdadi, anzi avrebbe giurato fedeltà al gruppo terroristico che ha autoproclamato il califfato. Il post sarebbe stato pubblicato il giorno del massacro.

Due le piste seguite finora dalle autorità: l'attentato terroristico e la pista professionale, per spiegare perché la coppia ha deciso di presentarsi, armata di due fucili e due pistole, all'Inland Regional Center di San Bernardino, ha ucciso 14 persone e ne ha ferite ventuno (i due sono stati uccisi ore dopo dalla polizia).

La Cnn aveva già citato fonti della polizia secondo cui Farook era radicalizzato; secondo il New York Times, che invece cita membri del Congresso informati degli sviluppi dell'inchiesta, Farook era in contatto con «estremisti negli Stati Uniti e all'estero». L'uomo era in contatto con cinque persone sulle quali l'Fbi aveva indagato per terrorismo, tra cui una legata ai miliziani somali di al Shabaab e un'altra al fronte al-Nusra, gruppo siriano legato ad al Qaida. Per il Los Angeles Times, che cita un alto responsabile del governo federale, Farook era in contatto con diversi presunti terroristi e in particolare con una persona sotto sorveglianza per «rischio terroristico». Quindi tutta la stampa Usa ha già avallato la pista terroristica.

Oggi invece l’avvocato del killer ucciso aveva sostenuto il contrario. Il legame tra Farook e i presunti estremisti islamici è molto «tenue», diceva l’ avvocato della famiglia del killer. «Abbiamo incontrato l'Fbi e qualcuno ha fatto allusione al fatto che avessero trovato qualcosa nel suo computer» ha detto David Steven Chesley, che rappresenta la famiglia di Farook, alla Cnn. Farook «avrebbe parlato con qualcuno, che ha parlato con qualcuno, che ha detto qualcosa a proposito dell'Isis. È talmente tenue» come legame, «non c'è veramente nulla», aveva detto l'avvocato.

La Casa Bianca non conferma e attacca il Partito Repubblicano
«Non siamo nella posizione di confermare le notizie fatte circolare dai media sul fatto che la moglie di Farook avesse giurato fedeltà al leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi». Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, commentando nel corso della conferenza stampa di oggi la strage avvenuta mercoledì a San Bernardino, California.
Il portavoce di Barack Obama ha anche criticato il Partito Repubblicano che ieri al Senato ha bloccato la proposta di riforma della legge sulle armi, che avrebbe reso i controlli molto più rigorosi.

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