Spese annue amministrative, tra cui lo stipendio di 934 dipendenti: 80 milioni. Budget annuale per la formazione e l’integrazione dei «clienti» beneficiari dell’indennità di disoccupazione a lungo termine Hartz IV, compresi gli incentivi ai datori di lavoro: 60 milioni. Sussidi di disoccupazione e integrazione salariale ad oltre 55.500 abili al lavoro compresi tra i 16 e i 67 anni ed in grado di lavorare almeno tre ore al giorno: 200 milioni l’anno. Sono queste le grandi cifre della spesa pubblica che orbita attorno a Berlin Mitte, uno dei 12 centri d’impiego di Berlino.
Si tratta di uno dei più grandi Jobcenter in Germania, se ne contano in tutto circa 300: i centri per l’impiego animano Hartz IV, il sistema congiunto di sussidio di
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disoccupazione, integrazione ai salari troppo bassi, assistenza e formazione per aiutare il disoccupato a trovare un nuovo posto di lavoro. Sistema introdotto in Germania nel gennaio 2005 con una disoccupazione al picco dell’11% ma fin da subito controverso e di recente finito sotto osservazione, soprattutto da parte del partito di centrosinistra Spd ma non solo, per essere riformato.
Hartz IV, sistema controverso
Dalla sua introduzione, Hartz IV ha finito per terrorizzare i tedeschi, soprattutto quelli che hanno perso un buon posto
di lavoro. Sebbene il sistema precedente di sussidio alla disoccupazione non funzionasse, e i centri per l’impiego fossero
un incubo, Hartz IV ha introdotto una sorta di «bastone-carota» accompagnato da una burocrazia pesante e dunque una mole di
rigidità che hanno angosciato di più chi era già avvilito per la perdita del posto di lavoro.
Il nuovo sistema Hartz IV ha infatti ridotto, praticamente da un giorno all’altro, la durata del primo sussidio di disoccupazione
(per la grande maggioranza dei casi 12 mesi con possibilità di arrivare fino a 18 o 24 mesi) pagato con i contributi versati
dal lavoratore ed equivalente a circa il 60% dell’ultimo stipendio: con un tetto di circa 2.400 euro. Finito il periodo del
primo sussidio (Arbeitslosengeld I) dal gennaio 2005 è scattata Hartz IV: non accessibile a tutti, per esempio non a coloro
che, grazie a un buono stipendio percepito nel mercato del lavoro, posseggono la casa in cui vivono o hanno messo da parte
risparmi consistenti.
Si parte da un tetto di 424 euro al mese
Chi entra in Hartz IV da quest'anno ottiene un sostegno per acquistare i beni di prima necessità ma anche a fini di cultura,
viaggi, hobby e svago pari a 424 euro al mese se la persona è sola (aumentati quest'anno dai 416 euro del 2018); 382 euro
al mese se in coppia; 339 euro per chi ha tra i 18 e i 25 anni e non vive da solo; 322 euro tra 14 e 17 anni, 302 euro tra
13 e sei anni, 245 euro sotto i sei anni. Oltre a questo, il Comune paga l'affitto e il riscaldamento. L’agenzia federale
del lavoro e il Jobcenter pagano i corsi di formazione che possono durare anche tre anni e che per specializzazioni particolari
possono essere molto costosi: ma c’è chi critica ora Hartz IV per non essere in grado di sfornare quei 400.000 e più lavoratori
qualificati che servono alle industrie tedesche e che non si trovano.
Berlin Mitte: un colosso agli occhi di Di Maio
Il Jobcenter Berlin Mitte, che si articola in cinque sedi nel cuore di Berlino, è speciale rispetto a tutti gli altri centri
d’impiego, perché può vantarsi di aver contribuito in qualche modo direttamente ad ispirare la macchina italiana del reddito
di cittadinanza. Il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi di Maio ha trascorso qualche ora proprio in questo centro lo scorso
ottobre, per capirne a fondo il funzionamento. Il costo, che spazia dai 140 ai 340 milioni l’anno a seconda delle voci, non
ha per contro bisogno di tante spiegazioni se non una: la pubblica amministrazione tedesca coinvolta in Hartz IV, tra Stato
Federale e comuni, dispone di grandi mezzi per assistere i cercalavoro e dare un sostegno aggiuntivo ai bassi stipendiati.
Qualcosa come 36 miliardi di euro per il solo 2019 saranno spesi dal bilancio dello Stato Federale attingendo ai soldi del
contribuente, per finanziare l’assistenza sul mercato del lavoro, di cui 26 miliardi sono diretti a Hartz IV e 10,4 miliardi
per finanziare i Jobcenter sui quali orbitano 6 milioni di persone, in cerca di lavoro o con un mini-job.
L’obiettivo sociale del Jobcenter
Oltre al funzionamento e ai costi, Herr Lutz Mania, responsabile del Jobcenter Berlin Mitte, ci tiene a spiegare il concetto
di fondo, l’obiettivo sociale che guida il centro d’impiego nei confronti dei suoi «clienti», dei quali mai si parla come
fossero «assistiti». Per Mania, si va oltre il noto detto «Fördern und Fordern», che è lo slogan di Hartz IV, «pretendere
ed incoraggiare» come fanno i bravi genitori, altro modo di dire «non c’è dare senza avere» oppure il solito brutale «bastone
e la carota». «Non dobbiamo dimenticare che Hartz IV è stato concepito quando l'alto tasso di disoccupazione aveva fatto perdere
la speranza a molti cittadini di poter trovare un posto di lavoro – spiega Mania -. E il nostro compito è stato prima di tutto
proprio quello di riportare alla massima potenzialità la capacità di lavorare delle persone. A incoraggiarle, a dare i mezzi
e le motivazioni per rientrare sul mercato del lavoro».
“Il nostro compito è stato prima di tutto proprio quello di riportare alla massima potenzialità la capacità di lavorare delle persone”
Lutz Mania, responsabile del Jobcenter Berlin Mitte
Per questo, ai centri come Berlin Mitte lavorano molti psicologi. Il «cliente» è seguito e preparato per affrontare i colloqui di lavoro. «Il nostro primo compito è capire la persona e soprattutto il suo contesto e il suo nucleo familiare, perché ognuno viene valutato anche in base alla sua comunità, come gruppo di famiglia o non». Ma non sempre chi frequenta Hartz IV si sente «coccolato»: molto spesso è sommerso sotto una montagna di moduli da riempire e una burocrazia talmente rigida da essere sempre più lontana dalla realtà di persone che hanno urgentemente bisogno di assistenza.
Hartz IV non usa il metodo bastone-carota?
Herr Mania non vuole sentire parlare di «bastone e carota», quando lo si confronta con il rigido sistema di riduzione del
sussidio, che prevede tagli da un iniziale 10% fino al 100% per chi non sta alle regole del gioco. Chi entra nel sistema Hartz
IV firma una sorta di MoU, un Memorandum of understanding come quello del fondo salva-Stati, si impegna cioè a rispettare
tutta una serie di impegni futuri: presentarsi regolarmente al corso di formazione e al Jobcenter, non rifiutare senza motivo
i posti di lavoro offerti, evitare le assenze ingiustificate senza certificato medico. «La percentuale di multe e sanzioni
è bassissima – si affretta a dire Mania – quasi mai le applichiamo: qui a Berlin Mitte si tratta del 3% dei casi».
La riforma di Hartz IV e la caccia al voto
E cosa rispondere alle critiche che fioccano oramai giornalmente su Hartz IV? L'Spd di Andrea Nahles, a caccia di consensi
dopo il tonfo nei sondaggi e nelle elezioni nazionali e regionali, ha annunciato di recente di voler riformare il sistema
dei sussidi di disoccupazione per renderlo meno ostile a chi ne ha veramente bisogno. C’è chi è costretto a vendere casa per
entrare in Hartz IV ma la carenza di appartamenti in affitto a costi adeguati sta mandando in tilt il sistema: un problema
che va risolto, dicono al governo. Altra riforma allo studio è quella di allungare il sussidio di disoccupazione numero
1 (Arbeitslosengeld I che precede Hartz IV cioè la disoccupazione a lungo termine) dagli attuali 24 mesi a 33 mesi per chi
ha 58 anni e più. L’idea di collegare il sussidio di disoccupazione a forme di «incentivo punitivo» per far rientrare i disoccupati
nel mercato del lavoro è stata concepita da un Governo guidato dall’Spd e porta l'etichetta del centrosinistra: Hartz IV è
un sistema ideato nel 2003 dal ministro del Lavoro Peter Hartz del Governo del cancelliere Spd Gerhard Schröder.
Il futuro: meno mini-job e meno burocrazia e più lavoratori qualificati
Herr Lutz Mania del Berlin Mitte sottolinea che in realtà i veri disoccupati sono una percentuale bassa rispetto al totale
nel suo centro per l’impiego: «Sui 54.000 clienti in grado di lavorare nel nostro Jobcenter, 15mila sono senza veramente lavoro,
e di questi solo 5mila sono disoccupati da lungo tempo». Mania fa notare che Hartz IV integra lo stipendio dei mini-job, oramai
diffusissimi. I sottostipendiati risultano tra gli occupati ma non possono vivere con quel che guadagnano. Per questo, Mania
sconsiglia di guardare al tasso di disoccupazione che è crollato dall’11% del 2005 al 3% del 2018 mentre quello dei «clienti»
di Hartz IV scende molto più lentamente (da 4,8 milioni circa nel 2010 a 4,2 milioni circa nel 2018).
“Nel 2005 non c'era la domanda per lavoratori qualificati che c'è adesso: i nostri centri di formazione dovranno andare al passo con i tempi”
Lutz Mania, responsabile del Jobcenter Berlin Mitte
Hartz IV funziona o non funziona? «Come tutto, è perfettibile – ammette Mania sorridendo -. Per esempio c’è un eccesso di burocrazia, anche qui da noi le procedure vanno snellite. E il mercato del lavoro è cambiato in questi 13 anni, nel 2005 non c’era la domanda per lavoratori qualificati che c’è adesso: i nostri centri di formazione dovranno andare al passo con i tempi».
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