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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 11:05.

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La crescita impetuosa dei percorsi formativi post laurea non è avvenuta senza elementi problematici che hanno finito per condizionare anche la visibilità del buono che pure andava facendosi strada.

Valutare i master, dunque, è la scommessa che le università per prime devono raccogliere per accreditare corsi che, eccetto nulla formazione manageriale, altrimenti faticano ad avere certificazioni istituzionali riconoscibili, anche all'estero. E qualcosa si sta muovendo in questa direzione. Dopo una sperimentazione condotta da AlmaLaurea sul modello delle indagini che hanno coinvolto gli interessati, il monitoraggio sui master è stato avviato quest'anno dalle università di Bologna, Bolzano, Ferrara, Padova, La Sapienza, Roma Tre e Ca' Foscari. E altri cinque Atenei stanno per partire. I risultati riguarderanno la valutazione di chi ha concluso un master: dalla motivazione della scelta al grado di soddisfazione su docenti, organizzazione, materiale didattico, chance occupazionali o di aggiornamento professionale.

I risultati dell'indagine
AlmaLaurea e l'Ateneo di Bologna hanno promosso contemporaneamente un progetto internazionale per sviluppare metodologie di indagine e di valutazione dei corsi post-laurea che vanno ad arricchire in maniera sempre più consistente l'offerta educativa delle Università. Si delinea pertanto il bisogno di condividere, individuare e ideare in modo creativo e con una prospettiva transnazionale strumenti specifici per l'assicurazione di qualità della cosiddetta continuing education, un settore sempre più strategico. A fronte anche di alcuni risultati, dal punto di vista occupazionale, confortanti: a un anno dalla conclusione del master risultano occupati 82 diplomati su cento; anche considerando solo coloro che non lavoravano al momento del conseguimento del titolo, la condizione occupazionale risulta elevata: è occupato il 62%. Pur con alcune cautele, è possibile un confronto tra i diplomati 2008 dei corsi master e i laureati 2008 dei corsi specialistici biennali. Quale la loro condizione occupazionale a un anno dal titolo? Il vantaggio risulta a favore dei diplomati dei master. Considerando solo i laureati e i diplomati che non lavoravano al momento del conseguimento del titolo i diplomati, come si è detto, occupati sono 62 su cento, i laureati specialistici occupati sono invece il 45,5%.

La sfida globale
Oggi, ricorda Andreas Schleicher, direttore dell'Ocse, "i sistemi di istruzione devono preparare per lavori che non sono stati ancora creati, per tecnologie che non sono ancora state inventate, per problemi che ancora non sappiamo che nasceranno". Un criterio guida anche per i master: per come proporli e organizzarli. E, infine, per come sceglierli.

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