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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 11:05.

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Attualmente gli iscritti o i diplomati ai master dopo la laurea di primo livello, conseguita del 2009, rappresentano il 3,5% dei laureati, ci dice l'ultima indagine AlmaLaurea. Un valore già esigue, che varia a seconda del gruppo disciplinare di appartenenza. I master universitari sono poco appetibili nei corsi dove è maggiore la quota di chi si iscrive alla specialistica (in particolare, a Ingegneria e nei gruppi Scientifico, Geo-biologico); più gettonati, invece, nell'area delle professioni sanitarie (6%), umanistica e delle scienze sociali (gruppi Letterario, Insegnamento, Politico sociale). Le percentuali si alzano dopo la laurea magistrale. I laureati specialistici del 2009 intervistati a un anno dal titolo dichiarano di essere iscritti o di aver concluso un master universitario nel 7,4% dei casi: con punte del 21% per i laureati del gruppo Medico, e intorno al 10% per l'area politico sociale, psicologica, letteraria e dell'insegnamento.
L'indagine sperimentale sulla soddisfazione, che ha coinvolto 2.200 iscritti nel 2008-2009 a 125 corsi di master di cinque atenei aderenti ad AlmaLaurea, rivela una complessiva promozione dei master.

I master promossi dagli ex studenti

Considerando i giudizi dei diplomandi decisamente positivi, riscuotono la percentuale più alta di gradimento in particolare tre aspetti: le lezioni; i servizi amministrativi; il calendario e gli orari coincidenti con quelli previsti all'inizio del corso. Al contrario, troviamo risposte decisamente più severe rispetto a due interrogativi. Quando si chiede se le attività pratiche e applicative hanno avuto uno spazio adeguato solo il 31% risponde "decisamente sì". E alla domanda "gli argomenti sono stati trattati dai docenti in modo esauriente ed efficace?" a rispondere in modo convinto sono 40 diplomandi su cento.

Nella valutazione complessiva del corso, 90 diplomandi su cento giudicano almeno abbastanza utili e rilevanti per il master le conoscenze didattiche previste negli obiettivi di partecipazione. L'80%, infine, che possa facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro o un miglioramento della posizione lavorativa; a pensarlo sono soprattutto i diplomandi ai master di secondo livello (81%). Alla domanda "consiglieresti ad un amico di iscriversi al master frequentato?" rispondono positivamente 82 diplomandi su cento; per il 53% è un sì deciso. Il costo del master invece è ritenuto troppo alto per la qualità delle attività da 29 diplomandi su cento.

Appare comunque evidente che i master universitari devono essere caratterizzati da un notevole grado di internazionalizzazione, e flessibilità, strutturale ed organizzativa; ed essere pensati per neolaureati, che vogliono affinare alcune competenze (e quindi occorrono forti legami con le realtà produttive), ma anche per una ampia fascia di popolazione che ha necessità di aggiornamento professionale. In questi casi l'obiettivo principale diventa assicurare la non obsolescenza dei contenuti conoscitivi. Per garantire questa rilevante dimensione sociale all'istruzione superiore è necessario che gli Atenei operino in maniera attenta e responsabile al fine di proporre dei percorsi formativi effettivamente validi e competitivi, laddove invece vi è ancora abbondanza di offerta, ma poca trasparenza e tanto disorientamento.
Andrea Cammelli (Direttore di AlmaLaurea)

» La qualità dei Master alla prova della valutazione

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