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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2012 alle ore 18:58.

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ROMA - La Tobin tax all'italiana risparmia gli aumenti di capitale. Secondo l'ultima bozza del Disegno di legge di stabilità per l'anno 2013 e su cui il Governo sta apportando le ultime limature, l'imposta di bollo dello 0,05% in vigore dal prossimo anno non si applicherà alle operazioni effettuate al momento di emissione e di annullamento dei titoli azionari.

A schivare il nuovo prelievo sulle transazioni finanziarie, così come aveva annunciato nei giorni scorsi lo stesso ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, saranno anche i titoli di Stato di Paesi che appartengono all'Unione europea o che aderiscono all'accordo sullo spazio economico europeo che accettano lo scambio di informazioni. Sarà comunque la relazione illustrativa del Governo allegata al Ddl stabilità a tracciare definitivamente i confini del prelievo, che ad ora vedrebbe escluse anche le compravendite di titoli obbligazionari, le cambiali finanziarie, i certificati di deposito, nonché le cessioni dei diritti di opzione.

Dalla lettura dell'attuale comma 20 dell'articolo 12 del disegno di legge, la Tobin tax «made in Italy» riguarderà comunque soltanto le transazioni effettuate su azioni e strumenti finanziari partecipativi di società italiane. Inoltre il bollo pari allo 0,05% colpirà non solo le compravendite di azioni negoziate nei mercati regolamentati, ma anche tute le altre come quelle delle società familiari, nonché ad azionariato diffuso.

Nel mettere a punto la nuova tassazione il Governo ha messo in campo fin da subito uno «scudo antielusione». Per scongiurare una sorta di «turismo da bollo» che prevede la realizzazione di atti oltre confine per aggirare l'imposta di bollo dovuta in Italia, la legge di stabilità prevede che la Tobin tax sarà applicata anche alle operazioni effettuate fuori dallo Stato italiano «sempreché una delle controparti sia residente nel territorio dello Stato».

Sul fronte derivati, inoltre, va segnalato che l'aliquota dell'imposta di bollo sarà sempre dello 0,05%, ma non si applicherà sul valore effettivo della compravendita ma su quello nozionale di riferimento del contratto.
Pur restando in attesa delle modalità operative che saranno fissate con un decreto dell'Economia entro febbraio 2013, e alla luce di possibili correzioni in corso di esame parlamentare anche per recepire le indicazioni della Ue sull'adozione del regolamento sulla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie sarà dovuta in parti uguali dalle controparti e sarà prelevata direttamente da banche, intermediari finanziari, Sgr, Sim e fiduciarie.

Qualora non intervengano questi soggetti, come ad esempio nelle compravendite di azioni e strumenti finanziarie di società private, l'imposta di bollo sarà prelevata dai notai. Il contribuente verserà direttamente l'imposta nel caso di assenza di intermediari o professionisti, come ad esempio quando l'operazione di compravendita viene effettuata all'estero.

Attenzione, infine, a non pagare: il Governo dice subito a chiare lettere che l'operazione è nulla in caso di mancato versamento dello 0,05 per cento.

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