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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2014 alle ore 10:42.
L'ultima modifica è del 17 luglio 2014 alle ore 11:18.

Il nuovo presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili è Gerardo Longobardi. La sua lista, «Vivere insieme la professione», nelle elezioni di ieri ha ottenuto l'84,2% dei voti, in termini assoluti 624, la lista Etika ne ha avuti 69 (9,3%) e sono 48 gli astenuti (6,5%). Più nel dettaglio, la lista di Longobardi è stata votata da 388 dottori commercialisti e 236 ragionieri commercialisti, mentre lista Etika da 34 dottori e 35 ragionieri.
Un risultato importante, che manda un segnale di unità a una categoria la quale nell'ultimo anno e mezzo si è trovata divisa e senza una governance. «Ora è il momento di accantonare le contrapposizioni – afferma il neo eletto Longobardi – è necessario portare avanti un progetto largo e condiviso».
Quelle di ieri non sono state elezioni "tradizionali", ma sono state, si spera, l'ultimo atto di uno scontro iniziato il 15 ottobre 2012, giorno in cui si svolsero le elezioni che vedevano come candidati il presidente uscente Claudio Siciliotti e Gerardo Longobardi. Il risultato delle urne non fu netto, e determinanti per la vittoria di Siciliotti furono i voti di due Ordini, Bari ed Enna, rimasti senza presidente perché dimissionario.
Un'accusa non accolta da Siciliotti, che da parte sua rilevava la non correttezza della lista del suo avversario Longobardi.
A tentare di porre la parola fine, il 12 dicembre 2012, intervenne l'allora ministro della Giustizia, Paola Severino, che con decreto ha annullato il risultato elettorale, commissariato il Consiglio nazionale e indetto le elezioni per il 20 febbraio 2013.
Elezioni poi sospese dal Consiglio di Stato.
Evidentemente ha dato i frutti sperati il lavoro fatto negli ultimi mesi sul territorio da Longobardi e da Massimo Miani, subentrato a Siciliotti alla guida della lista «Vivere la professione» per le elezioni di febbraio.
Un percorso condiviso per presentare al ministero una lista unitaria e dimostrare così che le passate divergenze sono oramai superate.
Un progetto ambizioso che, visti i numeri, è riuscito anche se a pochi giorni dalla presentazione della lista al ministero della Giustizia è nata, per volontà di alcuni ordini medio piccoli, la lista Etika, guidata da Giovanni Prisco, presidente dell'ordine di Nola.
«Abbiamo deciso di candidarci – spiega Prisco – perché secondo noi per girare pagina e mettere la parola fine a quanto è successo servivano candidati estranei ai conflitti e ai ricorsi.
Purtroppo non è stato così e ora si ritrovano in Consiglio persone che fino a poco tempo fa si sono date battaglia in tribunale». La lista Etika, che, assicura Prisco «accetta il voto e non intende fare ricorso», non ha finito il suo compito. «Con i presidenti e i vice presidenti degli Ordini che ci hanno votato – dice Prisco – costituiremo il comitato "Etiko" per fornire un supporto etico al Consiglio e vigilare sul suo operato». Sui 143 Ordini votanti – all'appello manca Trapani – in dieci hanno scelto Etika.
Le cose da fare sono tante: gli impegni presi nel programma di Vivere insieme la professione spaziano dalla spending review alla trasparenza, dalla delega fiscale alla riformulazione del Dlgs 130/2005. «Il primo atto riguarderà la trasparenza – afferma Longobardi – e la rimodulazione di compensi, rimborsi e indennità di trasferta del Consiglio». Il tempo a disposizione non è molto, poco più di due anni invece di quattro. Il Consiglio appena eletto decadrà per legge il 31 dicembre 2016 perché termina il periodo transitorio.
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