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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 20 settembre 2014 alle ore 11:59.

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Il 730 precompilato e le semplificazioni tornano in Parlamento. Dopo il secondo via libera del Consiglio dei ministri di ieri al testo che recepisce le osservazioni delle commissioni parlamentari, il primo decreto attuativo della delega fiscale va di nuovo alla Camera e al Senato per un nuovo parere. «Sarà un esame sprint - conferma Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera - ma comunque rigoroso per verificare se le osservazioni formulate prima della pausa estiva siano state correttamente recepite dal Governo».
È la stessa delega (legge 23/2014) che prevede questa procedura rafforzata, simile a quella già utilizzata per il federalismo fiscale, di controllo sul rispetto dei principi recepiti dai decreti delegati. La legge, infatti, concede espressamente altri dieci giorni al parlamento per esprimere un nuovo parere. Ma non saranno più di sette giorni, almeno secondo Ernesto Carbone (Pd) che sarà per la seconda volta il relatore al provvedimento.
L'obiettivo del Governo è chiudere definitivamente le norme istitutive del 730 precompilato entro metà ottobre. Solo così le Entrate potranno assicurare una partenza corretta dell'intera operazione, con la messa a punto tecnica e procedurale con la Sogei nella trasmissione dei dati necessari per compilare la dichiarazione dei redditi di 20 milioni di contribuenti, tra dipendenti e pensionati.

Come ha ricordato ieri da una nota di Palazzo Chigi al termine del Cdm, sarà l'amministrazione finanziaria a raccogliere ed elaborare i dati per inviarne le risultanze al contribuente, secondo una rigida scadenza temporale. E allo stesso rimarrà soltanto l'obbligo di verificare l'esattezza e la completezza dei dati in possesso del fisco. Se poi il contribuente deciderà di inviare direttamente all'amministrazione il 730 precompilato non ci sarà nessun controllo formale. Se al contrario la dichiarazione sarà presentata a un Caf o a un professionista abilitato i controlli documentali saranno effettuati, mediante richiesta, al soggetto che ha apposto il visto di conformità. Nessuno sconto sulle sanzioni, dunque, come avevano chiesto la Consulta dei Caf e i professionisti. La sola modifica introdotta prevede che le sanzioni saranno in capo al contribuente solo in caso di dolo.

Toccherà poi un Dm dell'Economia da emanare entro il prossimo 30 novembre razionalizzare il sistema dei compensi per i sostituti d'imposta, i Caf e i professionisti abilitati, senza incremento di oneri per i contribuenti e per il bilancio dello Stato. Tra le principale semplificazioni del sistema tributario è stato lo stesso ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, a sottolineare l'importanza della cancellazione della responsabilità solidale negli appalti: «Se un sub-appaltatore non versa le ritenute Irpef dei dipendenti, la ditta appaltatrice non può essere chiamata a rispondere in solido di questa mancanza. Mi sembra giusto che il rischio di impresa ognuno lo assuma per sé».
Ma la cancellazione della responsabilità solidale negli appalti, infatti, è stata subordinata dall'agenzia delle Entrate alla possibilità di poter controllare le imprese fallite nei cinque anni successivi alla loro cancellazione dal registro delle imprese. Non solo. Il Governo nel nuovo testo ha rafforzato la responsabilità solidale nei confronti dei liquidatori che, con un inversione dell'onere della prova, risponderanno in proprio nel caso in cui prima della liquidazione dell'impresa non abbiano onorato i debiti con il Fisco. Un intervento criticato dal mondo produttivo perché queste due norme colpiscono tutte le imprese sia quelle oneste sia quelle che il Fisco vuole intercettare prima che si volatilizzino. Il tutto senza distinzione di sorta.
Tra le altre modifiche al testo suggerite dalle Camere e recepite ieri dal Governo il passaggio da 3 a 5 anni del periodo di osservazione del fisco per le cosiddette imprese in perdita sistemica.

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