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Questo articolo è stato pubblicato il 28 dicembre 2014 alle ore 08:13.

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Arriva il registro nazionale degli aiuti di Stato. Obiettivo dichiarato: monitorare le agevolazioni concesse alle imprese e il loro andamento anno per anno. E non solo per rispettare precisi obblighi di appartenenza all’Unione europea, ma anche per consentire a Parlamento e Governo di avere un quadro puntuale sulla spesa sostenuta per incentivare il sistema produttivo. Con tanto di relazione annuale da spedire alle Camere entro il mese di settembre. Magari con l’intento di razionalizzare le agevolazioni e lasciare allo stesso Parlamento la decisione più delicata su come intervenire per razionalizzare la spesa e recuperare qualche risorsa in più, giusto appunto per la legge di stabilità che si vara annualmente nella seconda metà di ottobre.

È quanto prevede la nuova legge Europea 2014 approvata dal Governo alla vigilia di Natale e con cui l’Esecutivo Renzi punta a chiudere una decina di procedure di infrazione e sette casi Eu pilot (precontenziosi con la Ue).

Addio dunque a procedure estemporanee e poi non più utilizzate come quelle degli ultimi anni (si pensi al cosiddetto “piano Giavazzi”). Per garantire trasparenza, pubblicità e rispetto dei divieti di cumulo, così come chiede anche l’Europa, viene istituito al ministero dello Sviluppo Economico il «Registro nazionale degli aiuti». Ad alimentare la nuova banca dati saranno sia i soggetti pubblici sia quelli privati che concedono o gestiscono le agevolazioni.

Nel Registro dovranno essere indicate le informazioni su tutti gli aiuti riconosciuti dalla Ue, compresi quelli che possono essere attivati senza l’obbligo di notifica alla Commissione europea. Si tratta in sostanza di tutti gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, quelli erogati per calamità naturali, nonché le agevolazioni destinate a favorire lo sviluppo economico delle regioni dove il tenore di vita è anormalmente basso (si pensi agli aiuti per il Mezzogiorno), oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione. O ancora gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo, gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di alcune attività o di alcune regioni economiche, nonché gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio.

Non Solo. Nel nuovo Registro dovranno essere riportati anche gli aiuti cosiddetti “de minimis” , ovvero le agevolazioni concesse a piccole o piccolissime imprese, così come quelli concessi a titolo di compensazione. Una sezione ad hoc del nuovo Registro sarà dedicata all’elenco dei “cattivi”: si tratta dei soggetti che sono tenuti alla restituzione degli aiuti incompatibili e dei quali la Commissione europea ha già ordinato il recupero.

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