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Miliband, l'altro David che va forte sull'altra sponda del Tamigi

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2010 alle ore 13:08.
L'ultima modifica è del 13 maggio 2010 alle ore 18:25.

LONDRA – Con lui le elezioni le avrebbero vinte. Se quella lama vista scintillare alle spalle di Gordon Brown poco meno di un anno fa si fosse davvero abbattuta sull'allora premier, a Downing Street ci sarebbe oggi un laburista coetaneo, più o meno, di David Cameron. Un altro David, David Miliband. Il quarantaquattrenne ministro degli esteri uscente ha molti fan dentro e fuori il partito che la pensano proprio così.

Anche fra i bookmaker trova consenso impegnati come sono a "venderlo" a quote irrisorie nell'ultima corsa che gli resta da correre, quella per la leadership del partito lasciata vacante da Gordon Brown. Tocca ad Harriet Harman reggerne le sorti, ma è una transizione in vista di uno scontro che rimescolerà nuovamente le fondamenta ideologiche del Labour destinato, crediamo, a dividersi nuovamente fra puristi del New Labour e riformatori di quella linea che ebbe in Tony Blair il suo profeta. Nonostante la sua origine ideologica, il padre è Ralph celebrato teorico marxista, nonostante il suo sostegno a Gordon Brown quando si trattò di definire la controversa successione a Tony Blair, David Miliband non incarnerà l'anima radicale del partito. Quel ruolo sarà tutto di John Cruddas ex vice segretario di Blair, robusto anello fra la componente sindacale e movimentista, se così si può dire, del Labour e la base parlamentare.

Anche lui correrà per il posto di Brown, ma le chance sono minime. Poche ne sono assegnate anche ad Ed Balls l'ex giornalista del Financial Times, ministro uscente della scuola, browniano doc e incline alla dimensione più sociale, marginalmente più radicale del partito. Miliband rappresenta la continuità con la tradizione blairiana e il rinnovamento al tempo stesso per far fronte alla formidabile coppia Cameron-Clegg. David Miliband perchè c'è anche il fratello Ed che ha chiesto – si sussurra, scherzando, a Londra - il permesso alla mamma di sfidare il più anziano familiare per la leadeship laburista. E' ministro dell'ambiente e i bookies gli assegnano quote superiori a 10 contro 1 per la conquista di quel posto.

Una poltrona per troppi ? In realtà con l'uscita di scena annunciata questa mattina dal più maturo Alan Johnson, ministro degli interni deciso a non concorrere per la guida Labour, quella poltrona è solo per David. E' stato, a 41 anni, il più giovane ministro degli Esteri di sua maestà degli ultimi 30 anni e se la lama di cui dicevamo fosse davvero caduta sulle spalle di Gordon Brown nel pieno dello scandalo sui rimborsi facili quando la popolarità del premier era ai minimi termini, se in quell'istante il vagheggiato complotto laburista fosse davvero maturato, David sarebbe oggi – a prere dei più – primo ministro. Non è andata così. Ma si sta già scaldando per la prossima tornata che potrebbe essere molto più vicina del previsto.

Tags Correlati: David Cameron | David Miliband | Downing Street | Ed Balls | Gordon Brown | Harriet Harman | John Cruddas | Partiti politici | Tony Blair

 

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