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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2010 alle ore 14:11.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 14:52.
«In Sicilia il Pd è in profondo imbarazzo». Così Nando Dalla Chiesa, ex parlamentare del partito di Pierluigi Bersani ed esponente del movimento antimafia, definisce la situazione che si è venuta a creare sull'isola. Qui infatti il Pd ha avviato un confronto con la nuova maggioranza delineatasi dopo l'azzeramento della giunta deciso dal presidente della Regione giusto un anno fa. Il sostegno del Partito democratico, seppur limitato alle riforme, ha aiutato la sopravvivenza della nuova maggioranza che per ora comprende l'Mpa, Pdl siciliano (che riunisce i finiani e i consiglieri vicini a Gianfranco Miccichè) e l'Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli. Diversi provvedimenti, tra cui l'importante piano rifiuti, sono passati grazie al voto del Pd.
Il partito, comunque, resta formalmente all'opposizione, non essendo stato formalizzato per ora alcun accordo per un sostegno esterno. Ma la collaborazione sulle riforme in Sicilia inizia ad andare stretta a diversi esponenti del partito. Soprattutto dopo che si è saputo che il governatore Raffaele Lombardo, suo fratello Angelo, due deputati regionali, Fausto Fagone (Udc) e Giovanni Cristaudo (Pdl-Sicilia), e l'assessore regionale al Turismo, Nino Strano, sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa dalla procura di Catania. Le ultime indiscrezioni apparse sui giornali, che parlavano di un'imminente richiesta d'arresto per il leader dell'Mpa, hanno surriscaldato il clima, già parecchio teso. Il procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata, ha smentito Repubblica annunciando, sul tema, il silenzio stampa.
Da parte sua il governatore è convinto che dietro gli attacchi nei suoi confronti ci sia la stessa criminalità organizzata. Questo in sostanza il suo ragionamento: gli interessi mafiosi nel business dei rifiuti sono stati duramente intaccati dai provvedimenti recentemente adottati dalla sua giunta. Di qui l'attacco politico, mediatico e giudiziario nei suoi confronti.
Per avere maggiori indicazioni occorrerà attendere le richieste dei pm che, ha detto il procuratore capo D'Agata al quotidiano La Sicilia, potrebbero arrivare «prima delle ferie estive». Nel frattempo all'interno del Pd cresce il malcontento di quanti, anche prima che si sapesse dell'inchiesta, avevano mal digerito la collaborazione con Raffaele Lombardo. Tra questi appunto c'è Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982.