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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2010 alle ore 18:52.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 15:42.
Il confronto strategico tra Stati Uniti e Cina si combatte anche sul fronte tecnologico. E lo sviluppo di una nuova arma da parte di Pechino rischia, potenzialmente, di ridurre o addirittura cancellare la leadership delle portaerei americane. Leadership che si è imposta dalle fasi finali della Seconda guerra mondiale come sistema d'arma chiave per il dominio globale. §
Allarme al Pentagono. A ufficializzare l'esistenza della nuova minaccia "made in China" è stato il 23 marzo scorso l'ammiraglio Robert Willard, comandante della Flotta del Pacifico che al Congresso ha espresso preoccupazioni per il fatto che la Cina stia «sviluppando e sperimentando un missile balistico autoguidato di medio raggio a testa convenzionale ASBM (Anti Ship Ballistic Missile), destinato specificatamente a colpire le portaerei americane».
Raggio d'azione di 2mila chilometri. Si tratterebbe della versione D del missile balistico Dong Feng - 21 dotato di un raggio d'azione di circa 2 mila chilometri, sufficiente a coprire il Mar della Cina Meridionale e l'area marittima che potrebbe teoricamente divenire teatro di un confronto militare tra Washington e Pechino, specie in caso di conflitto per il controllo di Taiwan.
La flotta Usa nell'Asia-Pacifico. Le portaerei statunitensi hanno finora rappresentato il deterrente strategico più importante contro le minacce cinesi a Taipei e l'allargamento dell'area marittima controllata dalla Cina che negli ultimi ha trasformato la sua forza navale da costiera in oceanica. Sempre più spesso gruppi navali cinesi si spingono a ridosso delle coste giapponesi e fino all'Oceano Indiano, utilizzando le basi concesse dalla Birmania, mentre la nuova base di sottomarini realizzata nell'isola di Hainan (monitorata a distanza da navi spia americane) ha scatenato una corsa al riarmo navale in tutti i Paesi del sud-est asiatico.
Pechino pensa alle portaerei. La Cina prevede in futuro di dotarsi di portaerei e sta studiando da anni una nave di questo tipo acquistata in Russia (la Varyag). Ma ancora per molti anni Pechino non sarà in grado di contrastare sul mare la supremazia statunitense incentrata su 11 portaerei da quasi 100 mila tonnellate, cinque delle quali schierate nel Pacifico. Per questo lo sviluppo di missili balistici anti-nave, dotati di testate convenzionali ad alto esplosivo al posto di quelle nucleari, rischia di compromettere gli attuali equilibri e, in prospettiva, di ridimensionare il peso delle portaerei.