Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2010 alle ore 09:21.
LONDRA. Dal nostro corrispondente
«Del thatcherismo non condivido la pervicace volontà di mutare antiche istituzioni britanniche, dalla Chiesa d'Inghilterra ad Oxford e Cambridge». La battuta di dissenso di Rory Stewart, trentasettenne, eccentrico neodeputato conservatore nato a Hong Kong, ma svezzato nell'esclusivo collegio di Eton prima di infilarsi nei corridoi del Balliol college di Oxford, non è solo a difesa della memoria di se stesso. Quel dito puntato contro la visione metodista della figlia di un droghiere di Grantham fattasi premier, ispirata com'era a una morale di vita nel segno del merito e non dal censo, vuole assolvere tanti suoi compagni di partito. Soprattutto compagni di governo.
Il popolo che Margaret Thatcher cercò di liberare dall'identità di casta, incurabile mal sottile della struttura sociale britannica, stenta oggi a identificarsi non solo in Rory Stewart, ma anche in David Cameron, George Osborne, Nick Clegg, Chris Huhne, la prima linea di governo. A fare la differenza è quell'aria di indigeribile snobismo che, nel caso di Cameron, maturò in tenerissima età nel collegio upper upper class di Heatherdown, dove Marina Mowatt, cugina della regina, fu investita dall'indimenticabile lezzo di «matite temperate, salsicce, ragazzi», come ebbe a raccontare dopo una visita negli alloggi occupati da rampolli reali.
In altri è meno evidente. È il caso di Nick Clegg che ha battuto Westminster School, invece di Eton, prima di approdare a Cambridge. Simile il percorso di Chris Huhne, mentre i genitori di George Osborne affidarono i destini intellettuali del futuro cancelliere a Saint Paul, la scuola nel quartiere di Barnes che ha eccelsi livelli di qualificazione accademica.
Il nuovo governo riporta alle logiche dell'educazione esclusiva cara al passato. Distante da quelle laburiste, ma soprattutto da quelle del conservatorismo thatcheriano prima e di John Major poi. Si perde nella storia il precedente di un premier uscito da Eton, forse non ha analogie la presenza di altri due nel gabinetto di governo, ovvero sir George Young e Oliver Letwin. In parlamento la pattuglia di etonians è salita a venti contro i quindici del passato, mentre il 35% dei deputati vanta un'educazione privata, immagine anomala di un paese dove meno di un cittadino su dieci ha la possibilità di accedere a istruzione non statale.