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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2010 alle ore 08:10.
Dino Pesole
ROMA.
Il governo accelera sulla previdenza, con gli interventi allo studio per le "finestre" di uscita del 2011. E spunta a livello tecnico, come «ipotesi di riserva», anche la possibilità che il blocco delle finestre pensionistiche investa già le uscite per anzianità e vecchiaia in programma per il 1° luglio, per un risparmio valutato tra gli 800 milioni e un miliardo. L'ipotesi viene accreditata da fonti parlamentari e sindacali, mentre dal governo si mantiene sull'argomento uno stretto riserbo. Ne sarebbero comunque esclusi alcune tipologie di lavoratori, tra cui i cassintegrati.
Tra i tagli che compongono il menu della manovra correttiva in via di preparazione entra il mancato rifinanziamento della detassazione al 10% per gli straordinari e i premi di produttività del settore privato, in sostanza la parte variabile del salario. Misura introdotta nel 2009 in via sperimentale per favorire l'incremento della produttività e prorogata dall'ultima Finanziaria. Il mancato rinnovo consentirà di risparmiare 860 milioni. Nel capitolo previdenza potrebbe entrare anche l'aumento dell'età pensionabile per le donne del settore privato, ma allo studio vi sarebbe anche un nuovo contributo di solidarietà sulle sulle cosiddette «pensioni d'oro». Trova conferma anche la stretta sulla corresponsione delle pensioni di invalidità, sulle quali verranno effettuati nuovi controlli.
Come di consueto nelle fasi di preparazione delle manovre di finanza pubblica, anche in questo caso la ricognizione preliminare si infittisce di possibili misure allo studio. Poi spetterà al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e al Consiglio dei ministri nella sua collegialità operare le scelte finali. «Prepariamoci a tempi di contenimento del perimetro pubblico» ha osservato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Sappiamo bene che occorre una migliore dislocazione del personale nelle pubbliche amministrazioni. Al tempo stesso riformeremo il sistema fiscale attraverso un percorso a forte impronta equitativa». È la conferma che il pubblico impiego sarà uno dei capitoli centrali della manovra correttiva biennale da 25 miliardi (12,8 miliardi sul 2011), il cui varo è atteso per i primi di giugno. I risparmi vengono quantificati in circa 5 miliardi.