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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2010 alle ore 20:40.
L'ultima modifica è del 17 maggio 2010 alle ore 08:44.
Le speranze di contenere la marea nera nel Golfo del Messico sono riposte nell'efficacia di un "siringone" con cui aspirare il petrolio per riportarlo in superficie. I tecnici della Bp ci stanno ripetutamente provando. Secondo quanto riferiscono dal quartier generale delle operazioni di recupero, in Lousiana "alcune quantità di petrolio e di gas sono state recuperate. Il petrolio è stato stoccato a bordo del Discoverer Entreprise, la nave foratrice, a 1.500 metri dal pozzo, sulla superficie del mare, mentre il gas è stato bruciato grazie al sistema che si trova a bordo», una sorta di gigantesco accendino.
I rsponsabili delle operazioni hanno fatto sapere però che «il test è stato temporaneamente interrotto quando la siringa è fuoruscita dal tubo. Anche se si tratta di un fatto deludente, non è inatteso vista l'elevata difficoltà dell'operazione. I tecnici hanno ispezionato nei minimi dettagli il sistema e hanno reinserito il dispositivo». «Anche se non raccoglie tutto il petrolio, il dispositivo di aspirazione del greggio rappresenta un passo avanti importante nella riduzione del petrolio che finisce nelle acque del Golfo» concludono i responsabili del centro. Fino ad ora sono almeno 800mila i litri di petrolio al giorno riversati in mare dal 20 aprile, giorno dell'incidente.