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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 08:03.
Francesco Antonioli
AOSTA
Domenica si vota in 68 Comuni valdostani su 74. La partita più importante si gioca ad Aosta: per la prima volta l'Union Valdôtaine sposta l'asse, presentandosi con Pdl e Lega, oltre che con gli abituali alleati Stella Alpina e Fédération autonomiste. Dopo 10 anni non si ricandida il sindaco Guido Grimod (Union-Pd). Uno scossone, in un territorio più piccolo di un quartiere di Torino (128mila abitanti in regione, 35mila nel capoluogo), enclave italiana del socialismo reale dove la destra non è ancora stata sdoganata appieno.
Gli accordi del ribaltone sono stati orchestrati dal presidente della Regione autonoma, l'unionista Augusto Rollandin. Se passassero i "suoi" candidati sindaco e vice-sindaco (in Vallée entrambi si eleggono direttamente) – Bruno Giordano e Alberto Follien –, potrebbero esserci dei rimpasti nella giunta regionale, dove il Pdl è all'asciutto da tempo. In cambio, da Roma, arriverebbero una maggior elasticità sul patto di stabilità (che qui vogliono poter gestire sulla cifra globale del bilancio regionale e non per settori) e un occhio di riguardo nei criteri per il federalismo fiscale.
Aosta, così, farebbe la grande. L'Union ha in tasca un controverso progetto per una metropolitana leggera (circa 50 milioni per 1,2 chilometri): dall'ospedale alla stazione per la funivia di Pila, con uno scavo a fianco del teleriscaldamento. «People mover», anzi funicolare sotterranea. L'idea non piace alle altre due liste cittadine (Alpe-Sinistra per la città, candidati Carlo Curtaz e Iris Morandi; Pd e Italia dei valori, con Michele Monteleone e Fabio Platania). Sul metrò la battaglia è in corso anche a colpi di blog: c'è chi contropropone addirittura il fantascientifico teletrasporto di Star Trek come più conveniente. I prossimi anni saranno decisivi per le infrastrutture di Aosta: dall'ampliamento dell'ospedale all'avvio del campus universitario. La città ha un bilancio da 86 milioni.
Con il ministro Calderoli non butta bene, nonostante gli accordi (presunti o reali). C'è maretta per le sue dichiarazioni sul federalismo, in cui ha detto di voler dare una «strizzata» alle regioni autonome. Qui rientrano i 9/10 delle imposte statali esatte sul territorio: come per la Provincia di Trento, che si è già accordata con il governo, dovrà forse rinunciare alla quota sostitutiva dell'Iva da importazione? Il centro- sinistra è sugli scudi, lo spostamento dell'Union viene letto come cedimento a promesse che non saranno mantenute: ovvero tra i 180 e i 300 milioni in meno da Roma. Ancora tre giorni e poi le urne. Alle regionali del 2008, ad Aosta, l'Union aveva ottenuto il 33,73% dei voti, il Pdl il 14,54%, il Pd il 13,37 per cento.