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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 08:02.
Dino Pesole
BRUXELLES. Dal nostro inviato
Rigore, massima attenzione agli equilibri di bilancio, coordinamento con Bruxelles e con gli altri governi per una manovra che avrà «un carattere strutturale» e il più possibile "europeo". Nella lunga serata dell'Eurogruppo, una riunione apertasi all'insegna della preoccupazione per l'andamento dell'euro, c'è spazio per una prima ricognizione sui piani di rientro dei singoli paesi, in linea con il vento obbligato di austerity che spira in Europa.
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti rinnova l'impegno della «Relazione unificata economia e finanza», trasmessa a Bruxelles due settimane fa, a ridurre il deficit di 1,6 punti di Pil nel prossimo biennio, così da portare il livello dell'indebitamento netto al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012. Quella che si prospetta è una manovra biennale da 25 miliardi che potrebbe crescere a 28 miliardi, con un impatto sul 2011 di 12,8 miliardi, in gran parte incentrata su tagli alla spesa corrente. Alcuni paesi dell'eurozona sono già forzatamente su questa strada (Spagna, Grecia, Portogallo), altri, tra cui l'Italia, hanno avviato la ricognizione preliminare in vista della correzione chiesta da Bruxelles.
Fare presto anche per dare un segnale di stabilità ai mercati. Questa la linea che indica la commissione. Per questo la manovra italiana vedrà la luce alla fine di maggio, al massimo nei primi giorni di giugno. L'occasione per una nuova valutazione collegiale, questa volta con il decreto alla mano, è offerta dal nuovo incontro dei ministri economici a Lussemburgo il 7 e 8 giugno.
In discussione è la proposta messa a punto dalla commissione che punta a rendere più stringente il criterio del debito e a imporre una sorta di vigilanza «ex ante» sulle decisioni di bilancio dei singoli stati membri. Con ogni probabilità, considerate le resistenze di paesi del calibro di Francia e Germania, si arriverà a una soluzione diversa, ma la discussione è appena avviata.
«Il consolidamento delle finanze pubbliche è una priorità immediata», ha fatto sapere ieri il portavoce del commissario agli Affari economici Olli Rehn. Occorre per questo incoraggiare gli stati membri «negli sforzi di consolidamento dei loro bilanci». Tremonti punta a una manovra il più possibile condivisa, nella convinzione che quando si mette mano a tagli strutturali alla spesa pubblica l'operazione sia comunque ardua e complessa. Le opzioni di cui si è parlato in questi giorni sono tutte sul tappeto, ma una decisione definitiva sull'effettivo menu che comporrà la manovra sarà presa solo tra qualche giorno. «Voci confuse e confusionarie», le ha definite il ministro, ma di certo viene confermato che il grosso degli interventi peserà sul pubblico impiego (con il congelamento di fatto della tornata contrattuale) e sui ministeri. Quanto alle pensioni, da fonti dell'Economia si fa osservare che il blocco delle uscite nel 2011 è tra le possibili opzioni, ma altresì che non è stata assunta ancora alcuna decisione in merito.