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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2010 alle ore 08:59.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2010 alle ore 12:57.
Entra in scena Antonio Di Pietro nell'inchiesta sui fondi del G8. L'ex ministro ieri è stato sentito dalla procura della Repubblica di Firenze, presente anche il pubblico ministero di Perugia, Sergio Sottani. Oggi nel capoluogo umbro ci sarà un colloquio tra gli inquirenti e l'architetto Mauro Zampolini, che ha cominciato a parlare con i pm.
Dopo un'ora di colloqui come persona informata sui fatti, l'ex pm di Mani Pulite ha dichiarato: «Sono orgoglioso di continuare nella mia testimonianza di verità su questioni che possono aiutare la magistratura a fare chiarezza sulle vicende su cui si sta indagando». Con i pubblici ministeri, Di Pietro ha parlato anche degli avvicendamenti di Angelo Balducci e Claudio Rinaldi: il primo è ancora in carcere, per l'altro i magistrati umbri avevano chiesto l'arresto, poi respinto da gip e riesame. Rinaldi, allora provveditore alle Opere pubbliche del Lazio, venne sollevato dall'incarico da Di Pietro e assegnato al registro dighe, mentre Balducci, da presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, fu spostato alla guida del dipartimento per le infrastrutture statali.
L'ex pm si sarebbe poi soffermato anche sulla posizione dell'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, indagato a Perugia per abuso d'ufficio e corruzione. Nel governo Prodi, Toro era capo di gabinetto al ministero dei Trasporti guidato da Alessandro Bianchi. Di Rinaldi parlava anche una lettera di denuncia degli abusi inviata nel gennaio 2007 da un gruppo di imprenditori e professionisti all'allora ministro Di Pietro, come scrisse L'Espresso. Secondo il leader dell'Idv, però, quanto riferito in procura «non c'azzecca niente» con tutto ciò. «Quando ero ministro – ha spiegato - ho avuto modo di riscontrare che degli imprenditori non ricevevano ruoli, appalti, incarichi e soprattutto pagamenti per il lavoro fatto. Hanno chiesto il mio intervento, che ho fatto e per questo mi hanno ringraziato con una lettera». A chi gli chiedeva se abbia portato dei documenti ai pm, l'ex ministro ha risposto con un sorriso. Il clima sulle inchieste, in realtà, è denso di nubi. Molto atteso, per esempio, l'interrogatorio di Zampolini che, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe fornito gli assegni con i quali sono stati pagati in parte le case di Scajola e del generale Francesco Pittorru.