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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2010 alle ore 08:07.
NEW YORK
Dennis Crowley, amministratore delegato del social network più corteggiato del momento, ricorda perfettamente quando ha avuto l'idea da 125 milioni di dollari. Dopo il jogging lungo il fiume Hudson con un dispositivo che registra tragitto e velocità della corsa, ha scaricato i dati sul computer e confrontato la performance con quella dei suoi amici. «In quel momento ho pensato che se c'è competizione anche il jogging diventa più divertente» spiega Crowley. «E ho cercato di trasformare la realtà in un grande videogioco alla Super Mario Bros».
Quattordici mesi dopo, il suo Foursquare, un sito internet e applicazione iPhone a metà tra gioco a premi virtuale, guida cittadina e navigatore per trovare amici, è stato valutato da Yahoo! ben 125 milioni di dollari.
Operativa in oltre cento città al mondo, Foursquare è la stella della Silicon Alley, la galassia delle start-up newyorkesi. I capitali, copiosi nella Silicon Valley e a Boston, sede del Massachusetts Institute of Technology, negli ultimi mesi stanno arrivando sempre più a New York, attratti da giovani businessman di talento che non possono più aspirare a lavori super pagati in banche come Morgan Stanley; manager di Wall Street licenziati a caccia di nuove sfide; e grazie a una città dal carattere innovativo, capace di offrire una serie di agevolazioni alle start-up: uffici a prezzi contenuti, aiuti per acquistare computer e un fondo da nove milioni di dollari.
Il venture capital per le start-up di New York è schizzato a 566 milioni di dollari nel primo trimestre 2010, un incremento del 18,9% rispetto al quarto trimestre del 2009, e 75 imprese hanno ricevuto capitale nel primo trimestre di quest'anno, un 11,9% in più dell'ultimo trimestre 2009, secondo gli ultimi dati di PricewaterhouseCoopers e della National Venture Capital Association. «Benché la Silicon Alley di New York non stia soppiantando la Silicon Valley» spiega AnnaLee Saxenian, ordinaria di imprenditoria tecnologica ed economia regionale all'Università di Barkeley in California, «certamente New York in questo periodo sta brillando, e ha grandi potenzialità».
Crowley, newyorkese, 33 anni e modi da guascone, è il volto della nuova, scintillante Silicon Alley. Ex istruttore di snowboard appassionato di hip hop, dopo il master in Interactive telecommunications alla New York University, ha fondato nel 2004 il servizio Dodgeball, per segnalare agli amici dove ci si trova in città in un dato momento inviando un Sms. Un anno più tardi, Crowley ha venduto Dodgeball a Google, che però ha lasciato sfumare il progetto ritenendolo in fin dei conti troppo macchinoso per poter decollare. Crowley, però, nel marzo 2009 insieme al compagno di master Naveen Selvadurai ha riproposto la formula di Dodgeball in salsa iPhone, incorporando un nuovo ingrediente rivelatosi il tocco vincente: il meccanismo del gioco a premi.